Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

ogni ruolo)», nell'eccesso di forza l'uomo dionisiaco « entra in ogni pelle, in ogni moto dell'anima: si tra­ sforma costantemente.» (GD., Scorribande di un inat­ tuale, pag. 10). Nell'ultimo periodo di Torino, il gesto prende il so­ pravvento sulla parola, ma, osserva Klossowski, la fe­ sta sacrificale per la distruzione del suppositum non dura che pochi attimi. Così « io mi infrango sulle mie parole: così vuole la mia sorte eterna come un araldo, io perisco! (Za. III, vv. 210, 212). Ma non è forse il genio dissipatore? Non è' lo sper­ dersi la sua grandezza? Paola Mieli 1 Mantengo qui la tmduzione che di « Trieb- e Antrieb-» viene data sia da Klossowski che dall'edizione critica delle opere complete di Nietzsche curata da Colli-Montinari, evidentemente al fine di rispettare fa successiva connotazione che dello stesso termine verrà introdotta da Freud. 2 Pierre Klossowski, Nietzsche et le cercle vicieux, Parigi, Mercure de France, 1969, pp. 79, 80, 196. 3 Op. cit., p. 65. 4 Jean Michel Rey, L'enjeu des signes, Paris, Editions du Seuil, 1971. s Op. cit., pp. 196, 197. 6 Oc. cit., p. 94. 7 Pierre Klossowski, « Un si funeste désir », Parigi, Galli­ mard, 1963. 8 Giorgio Colli, Dopo Nietzsche, pp. 31, 157, Milano, Bom­ piani, 1978. 9 Op. cit., p. 150. 10 E' qui interessante annotare una curiosa assonanza con la «tipologia» che di Gesù Nietzsche disvela nell'«Anticristo», opera che precede immediatamente la composizione di «Ecce Homo». Cristo è il maestro di un'esperienza che si erge a modello, il suo vero messaggio di fede è �a sua stessa etica. « Si potrebbe, usando questa espressione con una certa tolle­ ranza, chiamare Gesù un «libero spirito» - egli non sa che farsene di tutto quanto è immutabile, la parola uccide, tutto ciò che è immutabile uccide. Il concetto, l'esperienza «vita», la so1a che egli conosca, si oppone, per lui, a ogni specie di pa rola, di formula, di legge, di credenza e di dogma». (AC, par. 32). 169

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