Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

Socrate, par. 11). L'uomo dalle esperienze molteplici e contraddittorie ricostituisce « nei suoi attimi di con­ sonanza grandiosa » la pluralità degli impulsi in su­ periore unità, se pure ogni volta provvisoria. Ciò che Nietzsche celebra come mutuo antagonismo delle pas­ sioni, lascerà più tardi il posto ad un'ideale coesistenza degli opposti senza lotta incessante fra loro, miraggio di un concetto di salute che egli non sa trovare in se stesso. I concetti spesso equivoci di salute-malattia, di sano-morboso, che per loro stessa natura sono irretiti nell'intenzionalità del linguaggio, sembrano voler far da interpreti al destino dei fantasmi impulsionali, al fine di creare le condizioni di una coscienza nuova che è anche nuova coesione degli impulsi. « Con l'ottica del malato guardare a concetti e valori più sani, o al- , l'inverso dalla pienezza e sicurezza della vita ricca far cadere lo sguardo sul lavoro segreto dell'istinto della décadènoe - questo è stato il mio più lungo esercizio, la mia vera esperienza, l'unica in cui, se mai, sia di­ ventato maestro. Ora è in mano mia, mi sono fatta la mano a spostare le prospettive: ragione per cui for­ se a me solo è possibile una « trasvalutazione dei va­ lori » (EH, Perché sono così saggio, pag. 1). Nietzsche sembra consegnare a sé e agli altri la chiave di let­ tura di una vita che si pone come esemplare (forse raggirando l'angoscia che il timore di una propria co­ stituzione morbosa gli procura). In Ecce Homo, biografia di un Destino, l'esperienza non sembra darsi come etica? 10 • D'altronde il sapere su di una vita, lo si ottiene prendendo a prestito quella vita stessa, assumendola come propria e portandola alle sue estreme conseguenze; essere molti individui, fino ad essere tutti i nomi della storia. « L'essenziale sta nella facilità della metamorfosi, nell'incapacità di non reagire (analogamente a quel che avviene in certi isterici cui basta un semplice cenno per entrare in 168

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