Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979
senso entro le cose, fino a cui si riesce a vivere in un mondo privo di senso: perché se ne organizza un pez zetto» (Fr. post. 1887, n. 9 (60), voi. VIII, tomo II). Nietzsche osserva coi:ne la domanda del nichilismo (<a che scopo?» proceda dalla lunga abitudine a conside rare il fine come qualcosa di richiesto dall'esterno; quin di, cadute le giustificazioni morali e religiose, ma non iì bisogno di esse, il teleologismo verrà trasposto nella Coscienza, nela Ragione o nella Storia, e da ultimo, era della democrazia e del socialismo, nella concezione di una ' « felicità dei più». Se il nichilismo passivo trapas serà dall'agnosticismo all'estremo grado della negazio ne come scopo della vita, sarà ancora l'incapacità di trasfondere nelle cose la propria volontà, a contrasse gnare questa fase (<patologica», come Nietzsche la chia ma, di generalizzazione della mancanza di senso. Vice versa il nichilismo attivo, momento della transizione, esprimerà l'energia distruttiva di uno spirito, per la cui pienezza creativa i fini finora perseguiti risultano inadeguati. Si tratta di sperimentare quanto l'intelletto sopporti l',emergere di quei segni che fanno vacillare ciò che per il momento è stata la sua stessa conservazione. D'altronde la volontà di potenza come vita è perenne autosuperamento che, volendo la propria crescita, in frange via via ogni ostacolò incontrato, sia esso pure la sua stessa formazfone che vuole conservarsi. Infatti se da un lato Superuomo o individuo giusti ficatore in quanto fini si ricollocano sul terreno dell'in tenzionalità del suppositum, dall'altro non si fanno essi portatori di quell'adesione alla violenza della vita che demolisce la fissità di ogni formazione? « Il molto pla smare riguardo all'uomo, infrangerlo quando un tipo particolare · ha raggiunto il suo massimo sviluppo - dunque creare e distruggere - mi sembra il più alto godimento che gli uomini poss . ano trovare » (Fr. post. 166
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