Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979
6. C'è qualcosa che sfugge a More in tutto questo, oppure il Libellus mostra la scelta di attuare le riforme possibili pur sapendo che esse sviluppano non il Bene, ma ulteriori contraddizioni? La parte in cui Raffaele racconta la conversazione con Morton è chiarissima. Morton è un personaggio positivo senza dubbio, per Raffaele e per More; e, quando Raffaele gli racconta che i Polileriti non uccidono i ladri ma li mettono ai lavori forzati, egli subito prende in considerazione di adottare in Inghilterra tale comportamento non solo per i ladri, ma anche per i vagabondi. Questo nel bel mezzo di un discorso che dimostra come i vagabondi non abbiano alcuna colpa di essere tali. L'impeto ri formatore, una volta stabilito che le cause socio-eco nomiche del furto sono le stesse di quelle del vaga bondaggio, può solo adottare uno stesso rimedio che razionalizza la situazione tn senso produttivistico, ma passa sopra ogni distinzione giuridica e morale e reli giosa tra chi ha compiuto un delitto e chi no. Si può obiettare che i vagabondi erano molto mal visti dalla legge e dall'opinione comune; ma si rammenti che quando Vives (anche lui amico di Erasmo) pubblicò il De subventione pauperum (1526) in cui le idee di Morton trovavano forma sistematica, non mancò chi, come Domingo de Soto, si ribellò proprio contro l'ar bitraria decisione di sottoporre qualsiasi . disoccupato ad un diritto diverso, e più duro. Qui Morton propone quelle riforme che, all'insegna del put the Poor to Work, entusiasmarono e gettaronò in mille contraddi zioni tutti i progressisti d'Europa fino alla fine del '700. E, nel contesto del Libellus, la inevitabile contrad ditorietà di qualsiasi . riforma parziale è del tutto evi dente; basta rammentare che, allora, il tema del . vaga·bondaggio non era una mera questione di" ordine pub blico, ma costituiva il fulcro di tutto il « problema so ciale », perché l'evidenza venga fuori. E' un personag- 151
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