Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979
che viene appunto come emergenza di un prima. Con una simile valutazione temporale siamo ricondotti alle questioni riguardanti il ritardo, cui dovremo tornare · spesso. Osserviamo intanto che lungi dal presentare la teoria delle nevrosi come una novità assoluta, Freud con le dichiarazioni sull'ideologia demoniaca sottolinea che si inaugura come una semplice sostituzione termi nologica. Questo restare nel luogo dell'ideologia, questo nuovo sapere che si inaugura con una sostituzione tor nando ai resti medioevali, suggerisce, più che un rilancio in avanti della nuova scienza, un senso di immobilità, una negazione del progresso almeno in senso lineare. , La psicoanalisi non sembra allora nascere come un fenomeno di demarcazione e di purezza, non si trat terebbe di una novità acquisita dentro assunzioni me todologiche rigide che ne garantiscano la non commi stione con elementi contigui e spuri. Abbiamo invece l'impressione che il nascere della psicoanalisi vada · pro prio nel senso dei più recenti sviluppi dell'epistemo logia che, studiando i mutamenti di quadro concettuale nella storia della scienza, non tendono affatto a sceve rare rigidamente ideologia e scienza ma tengono conto dei resti e delle presupposizioni «metafisiche» inerenti a tutti i programmi scientifici. E' anche il senso di quanto osservava Lacan in mar gine al modo di apprendere di Gribouille che funziona a ripetizione, dove se qualcosa viene acquisito è per via di ripetizione: « tutto quanto rappresenta un progresso essenziale per l'essere umano deve passare per la via di una ripetizi'op.e ostinata». Che poi questa ripetizione sia già in Freud ciò che richiede del nuovo, è ciò che vedremo quando parleremo di Al di là del principio di piacere e del rocchetto. Dunque nel momento in cui Freud è più prossimo alla sua « prima volta», a due anni dall'interpretazione 12
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