Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

sotteso da diversi liveHi di codificazione che, incrociandosi, de­ terminano dei lessemi polisemici e delle ' distorsioni testuali ' (Greimas)» (id., p. 133). 3 Il problema del simbolismo, così centrale in psicoanalisi (cfr. i brani di E. Jones, P. Ricoeur, A. Lorenzer e altri in Psicanalisi come filosofia del linguaggio, a oura di A. Pagnini, Milano, Longanesi 1976), meriterebbe un'attenzione particolare; qui ci limitiamo alle considerazioni che seguono. Se è vero che, in molti dei casi di traduzione simbolica posti da Freud (es. mantel,lo = uomo, · cappello femminile = pene ecc.), risulta incomprensibile il rapporto che lega quel simbolo al suo denotatum, non per questo converremo che « questo rapporto è di natura genetica» (L'interpretazione, p. 325). Si potrebbe, piuttosto, considerare la simbolizzazione come una sorta di operazione metonimica compiuta sul piano della espressione con conseguente ristrutturazione del contenuto; ciò permetterebbe di legare i simboli, più che a un generalissimo ' codice dell'inconscio ', alle possibilità delle lingue naturali. Esempi per i casi citati da Freud: se il mantello simboleggia l'uomo tedesco, è perché il signilioante 'Mann ' è incluso nel significante 'Mantell '; se la donna tedesca può essere rappre­ sentata come stanza, non è in virtù di una comune empibilità, ma per il fatto che ' Frauenzimmer ' ingloba ambedue i s , ignifi­ cati pur significandone uno soltanto; così, nessuna meraviglia che il navigare (schiffen) equivalga all'orinare (schiffen), né che le guance stiano per le Hinterbacken o le labbra per le Schamlippen: Anche le sedimentazioni linguistiche giocano un ruolo con­ siderevole, il che fa sospettare ,che i simboli freudiani valgano solo per i parlanti tedeschi: in effetti, cosa lega il cappello di una donna al membro del coniuge -se non il detto ' unter die Haube kommen '? che rapporto c'è fra i denti e l'atto mastur­ batorio se non la possibilità di dire, a proposito di entrambii, ' sich einen ausreissen '? e anche la poetica equivalen:z;a corpo = casa, già posta da K.A. Scherner (Das Leben des Traumes, 1861), non deriverà dall'abitudine di fermare gli amici con una pacca aufs Dachl e con un 'altes Haus '? 4 La carta si oppone ai calco: questo « ha per oggetto un -inconscio esso stesso rappresentativo, cristallizzato in complessi codificati»; quella « non riproduce un inconscio chiuso su se stesso, essa lo costruisce» (Deleuze e Guattari, Rizoma, Parma, Pratiche Editrice 1977, p. 39). Orbene, se la psicoanalisi degli inizi era « interamente rivolta verso una sperimentazione in presa sul reale», sembra indubbio che oggi « essa ha come scopo la descrizione d'uno stato di fatto, il riequilibrio di relazioni ir.tersoggettive, o l'esplorazione di un inconscio già presente, nascosto nei recessi osouri della memoria e del linguaggio » 108

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