Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

- l'esegesi del testo, cioè « una complessa rico· gnizione del testo che parte dal livello denotativo del messaggio per ricostruirne le varie isotopie a livelli sem­ pre più complessi, sino alla connotazione globale del senso» 2 • Chiameremo ' ermeneutica ' tale operazione, ed ' ermeneuta ' colui che la compie. L'interpretazione psicoanalitica dei sogni non è una ermeneutica: questa presuppone un'isotopia di base sulla quale si elabora il sistema delle connotazioni; quella ritiene irrilevante il livello denotativo del sogno (ciò che Freud chiama ' contenuto onirico manifesto ') e privilegia una particolare lettura tra le tante possi­ bili sul· piano connotativo, pur accettando che « oltre a questa, può esisterne anche un'altra, una sovrainterpre­ tazione dello stesso sogno» (L'interpretazione, p. 475). Ma l'interpretazione psicoanalitica, d'altronde, non è nep­ pure una traduzione: questa, infatti, si fonda sulla com­ mutazione di codici espressivi che hanno in comune un piano del contenuto (ad es. il francese 'chien' corri­ sponde all'inglese 'dog' perché entrambi i termini si riferiscono alla stessa unità culturale-percettiva); quella, invece, ha a che fare con un piano dell'espressione (il sogno manifesto) a cui non corrisponde un piano del contenuto, il contenuto onirico manifesto essendo solo ciò che permette la verbalizzazione del sogno. C'è, indubbiamente, un tipo di interpretazione psi­ coanalitica che può essere considerato una forma di tra­ duzione: si tratta dell'interpretazione simbolica, in cui gli elementi onirici possono essere rimpiazzati in modo così costante che - dice Freud - « bisogna chiedersi se molti di questi simboli non si presentano come i ' segni ' della stenografia, con un significato fissato una volta per sempre» (L'interpretazione, p. 325) 3 • Freud st�sso, del resto, avalla l'equazione interpretazione=tra­ duzione quando afferma che « pensieri onirici [ = sogno latente] e contenuto onirico manifesto stanno davanti 101