Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

scorso quella relativa autonomia, qrueHa sipecie di potere: e se teniamo oonto della sperimentata difficoltà di pro� durre e determinare i:l concreto e l'interezza dell'oggetto, possiamo usare una lettura condiscendente - come farci una ragione di ciò che aocade perché aocaide - aH'iincre­ mento di senso e potere di discoriso propri del pairagone del gioco, portato come esempio di cosa che si giudichi simile 10• Leggiamo la dimostrazione della partita 11 • Per uno stato della lingua si dice immediatamente runo stato del gioco. E qui, che ogni termine, nella lingua, ha il suo proprio valore (o è quel valore) «per l'opposizione con tutti gli altri termini», si vede dallla parte del gioco: per quello che è e significa un suo stato, uno qualunque, che non si deve neppure immaginare e riprodurire, se si sa il gioco e • si tratta di riconoscere che «H valore ri­ spettivo dei pezzi dipende dalla loro posizione sulfa soac­ chiera». Anche quello che èl soritto «in secondo 1lruogo», cioè che il sis,tema (della lingua) «non è che momen­ taneo», si vede dalla parte del _ gioco, che «varia da una posizione aH'altra». E se i valori linguistici dipendono anche da una « _ convenzione immutabiiJ.e», da una re­ gOlla «ammessa una volta per tutte», oui si può dare nome plurale, quello di «principi costanti della semio­ logia», qui - nella pagina, voglio dire, in questo lavo r o della scrittura - la regola è quella del gioco, la quale «esiste . prima dell'inizio della partita e persh;,te dopo ogni mossa». Il terzo momento della partita dimostra H passaggio da uno stato aill'a-Itro, «da un equilibrio all'altro», o si dica, per convalidare la terminologia che entra nella «distinzione ·radical , e», «da una isincronia all'aiJ.tra»: nel gioco si sposta un solo pezzo, e tanto basti perché avv,enga quel passaggio; nel gioco non c'è stato, e non si può eseguire, un «rimaneggiamento generaile». Ora si dispiegano le «particolarità» dell'altro termine, la 91

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