Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

discorso continuo, dL decenni, e ancora in progress - della tesi che « in linea genera!le, non è mai indispensa­ bile conoscere 1e circostanze entro oui una Engua si è sviluppata». Ma voglio dire che il gioco degili scaochi, appena interviene nel paragone, sembra produ r rre com­ pet e nza teodca con una sorta di autonomia relativa: per le autorizzazioni del suo stesso dettato, per un po­ tere assertivo e di decidibilità esercitato in proprio e ,svolto in una trama di peculiarità neppure mffrontate, neiH'opportun:ità e nel modo di discorrerne, a particoJari, già detti o da · dire immediatamente, dell'altro termine (che sarebbe la lingua). Anzi, al momento l,a cirrcos-talilza ammette lo scarto tra la definizione - e l'esempio che la « farà capire meglio» 3 • Si dirà che gli esempi si fanno anche per questo, per far capire meglio. Ma è evidente la plumlità dehle fun:zfoni che possono adeguare Jo scopo e il significato di « capiire meglio»: molte si esplicano (per delucidare, precisare, specificare, pa:rt i lcofareggiare) sulla misura del già detto: mentre fa funzione di que­ sto esempio sd adatta alla definizione, SUippliisce a:l modo con oui questa è allestita e formu1ata, copre uno scarto, appunto, con ,un più idi significato ohe produce da sola. Si dice che facilita una dist:iinzione: in realtà la rappre­ senta esolusivamente nei suoi propri ternrinri. Si elen­ cano elementi che stanno a:ll'·interno e all'esterno del- 1'ordine in cui un sistema si rioonos 1 ce: ma, al momento, è il gioco degili scacchi a dispora-e gli elementi che si vedono, come appartengono agli soaochi -le regoJe e il sistema indicati - e nominati a:l posto di queHi della lingua, certo nominabili allilo stesso modo. / Prende posto e parola, nel discorso come Javo r o t e o­ rico, l'autorità deilla figura del gioco. E per quanto la figura fa capire, deH'idea della lingua, ripenso, certa­ mente anch'io tolle:rian:do uno scam:o (poiché mi pare tollerabile) nell'adattare 'la memoria all'occorrenza, la prosaica sobrietà e la sua neoessità, in oerte « stazioni 88

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