Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

1 Userò i termini saussuriani fondamentali senza corsivo: signifiant, signifié, valeur, système, langue, parole, signification. 2 Da qui, l'interpretazione p - sicanalitica se verte esclusiva­ mente su signifiants, non ha nulla di una descrizione, appartiene piuttosto all'orqine di un giudizio: non vera o falsa, ma cor­ retta o scorretta. Solo che - qui è la divergenza tra la tradi­ zione speculativa post-wittgensteiniana e la psicanalisi - que­ sto to ascribe nella pratica psicanalitica non dipende da una data convenzione. In questo senso l'interpretazione - benché si fondi su di un savoir inventé, come lo definisce Lacan - rinvia ad· una dirmensione di verità (si tratta dii far emen­ gere la verità del soggetto, la « parola piena»). 3 · E' quanto precisa anche Barthes (1964). Sullo sviluppo dell'algontmo lacaniano, cfr. Laplanche e Leclaire (1964). 4 Da notare che il paper di Wells è stato redatto con la supervi . sione - ed il sostanziale accordo - di L. moomfield e di R. Jakobson. 5 Sul rapporto tra dottrina lacaniana e teoria peirciana del segno, cfr. Scilicet (1973). 6 La critica dell'arbitraire iniziò da parte di Benveniste (1939), per il quale è arbitrario piuttosto il rapporto del segno nel suo insieme con il cosidetto referente (extra-lingu6.stico). Cfr. anche il punto di vista di Hjelmslev (1953): « espressione e contenuto sono solidali - si presuppongono in maniera ne­ cessaria _ » (p. 53), arbitrario quindi è il rapporto che lega forma del contenuto e materia (purport) (p. 57); « la funzione segnica istituisce una forma, la forma del contenuto, che dal punto di vista della materia è arbitraria...» (p. 59 ed 80). E' importante mettere in rilievo il punto di vista di chi (De Mauro 1967) sot­ tolinea come il principio d'arbitrarietà sia fondante delle di­ cotomie saussuriane. Sia la distinzione sincronia/diacronia (CLG 116-119; De Mauro 1967, 425-429), sia quella langue/parole (lb. 387), sono corollari del principio d'arbitrarietà. La stessa dif­ ferenzialità della langue, come afferma Saussure (CLG 63) è una qualità correlativa a quella di arbitrarietà. 7 Sulla descrizione lacaniana del discours du maztre: Rph. 96-99; Se XX, 21; LI 40. E' da cogliere in questo concetto di « arbitrarietà» il fondamento, metafisico se si vuole, del posi­ tivismo moderno nella sua istituzione delle scienze soprattutto «umane»: le geometrie non euclidee (che testimoniano dell'ar­ bitrarietà degli assiomi), la dottrina pura del diritto (Kelsen 1934) (rapporti di imputazione tra gli enunciati giuridici, deri­ vat dalla contingenza pura di una Grundnorm), la linguistica strutturale (arbitrarietà del segno, hjelmsleviana arbitrarietà della teo r ia linguistica), la logica proposizionale (fondata sulla scelta arbitraria di assiomi, d un vocabolario, e di regole d'in­ ferenza). In questa rottura del positivismo moderno con ogni 82

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