Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

mi pare anzi costituire il concetto forse più tematico e siste­ matico del Cours. Sarebbe esso, arguirei altrove, a sostenere l'attacco alla « somma» ora in questione. 9 La (i:i) è una eco letterale di Cours, p. 30. E ricorda in qualche modo una recente defmizione di Chomsky (in Re;flections on Language, London: Fontana Collins, 1976, p. 4, sm), « lan­ guage is a product of human intelligence... created by opera­ tions which lie fari beyond the reach of will or consciousness ». Le posizioni sul legame tra inconscio e linguaggio costituiscono una moderna tradizione, ma al suo interno sono assai mosse... al punto che quanto hanno almeno in comune è il label, 'lin­ guaggio & inconscio '. I due termini riceverebbero, da soli o correlati, le più varie interpretazioni. Altrove arguirei siste­ maticamente in favore della diversità di (ii), e delle altre de­ finizioni, con quanto si ritrova a p. 30, ma non solo in essa, del Cours. Ma già espongo almeno un argomento importante a favore della distinzione qui. 1 ° Cf. la bella voce, a cura di W.H. Dray; 'Holism and In­ dividualism in History and Socia! -Sciènce ', in P. Edwards (ed.), Encyclopaedia of Philosophy, New York: Macmillan, 1967. 11 Cf. la recensione (apparsa in Romance Philology, 30, N. 4, May 1977, pp. 623-5) di G;C. Lepschy alla pur imponente monografia di E.F.K. Ferdinand de Saussure. Origin and Deve­ lopment of his Linguistic Thought. Braunschweig: · Vieweg, 1973. 12 Si badi che questo risultato non implica affatto l'abban­ dono dell'uso di concetti del tipo di massa parlante - e nean­ che di langue: « la formula della langue» c'informa sull'olismo (logico, in effetti) di entrambi: e se ho insistito sul primo, era per rendere vivida un'ontologia di agenti: l'essere la langue un agente: ciò, anche per un rapporto di buona elucidazione delle (i) - (iv) - anche nella sua specificazione di (agente di) ragione, di ragione nelle semiosi. Il risultato s'impone tuttavia di non considerare ontologicamente quanto 'massa . parlante ' intenda significare, di non ascrivergli « un essere». In fenome­ ni sociali quali il linguaggio 'entità' olistiche possono . avere charme ,e interesse quanto, per es., i due parlanti individuali Pietro e Giuseppina. L'importante è che se ne colga il carattere logicamente olistico. Noto anche che attacco le definizioni di I:.évi-Strauss indipendentemente da più generali teorie di que­ sto autore. Nella tradizione a cui accenno alla nota 9, legami tra linguaggio e 'inconscio ', o anche equazioni tra linguaggio e 'ragione', sono spesso ricorrenti: bisognerebbe specificarle attentamente caso per caso. Insomma, considero le (i) - (iv) quasi anonime. Ma il lettore le ritroverà tutte tra la; p. 82 di Anthro­ pologie structurale e le pp. 333-4 de La pensée sauvage, di Lévi­ Strauss. 1 3 La distinzione, tra knowing-how e knowing-that, è di 60

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