Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

sono eterogenei, e nella loro separazione andrebbero ciascuno abboridati. 5. La divisione dei due ,saiperi è netta nel Cours. «Il dato acustko esist·e già inconsciamente alloriché si affron­ tano le unità fonologiche. E' oon ,}'orecchio che noi sap­ piamo che cosa è una b, una t, ecc.», si legge ad aper­ tura (pp. 63-4) della fonologia del Cours, « lo studio dei suoni 1stessi» (55), «una disciplina ausiliare in rap­ porto solo con ,la parole - » (56), esclusa oorpe parte della langue. Il parlante sa da sé - «inoonsciainenrte»: cioèl, detto moderatamente, in modo implicito - ·cosa è un certo suono: anche questo suo giudizio è relativo al suo posto nel gioco . della semiosi, al suo saper-fare lan­ gue. Ma quando, alla riceI1ca della «sfera che corrisponde alla langue nell'insieme del langage» (27, cit.), «il cir­ cuito della parole» è proposto per separarne , la langue, lo scambio di parole tra «le due persone, A e B» (sp.) è di segni. Muta -la terminologia: non più dei suoni (e presumibilmente dei ' ·significati '): sono ora «imma­ gini acustiche», cioè dei signifiants, e dei «concetti» (28), doè dei ,signifiés, ciò che A e B si scambiano. E A sarebbe «attivo» in quanto emette un -segno, e « pas­ sivo» nel riceverne uno. La definizione indicherebbe «l'audizione» di, per es., A come - «un , ,semplice mecca­ nismo rioettivo, una 11egistrazione inerte» 1 4• Il parlante, cioè, parre capace, per sapere implicito, di giudicare, di sapere «con l'orecchio», ,cosa sia un , suono materiale. Infatti l'analisi della fonologia del Cours («la nostra fonetica») 1 5 è tutta rivolta a dare i contorni del saipere implicito del locutore: a delineare, coi «fonemi» (81), ,soltanto << i tratti salienti per l'orecchio» (83) effettivo. Un orecchio, ,si direbbe, che si assorda 'davanti ' alle «unità irriducibili» del signifiant, il quale ulrtimo è « privo ,di ogni conformazione fonica precisa e, di con­ seguenza, impossibile da astrarre dalle realizzazioni foni- 57

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