Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

p. 211; ma anche, cfr. J. Starobinski, Les mots sous les mots, cit., p. 36. 39 « Depuis les plus anciens monuments saturniens jusqu'à la poésie latine qu'on faisait en 1815 ou 1820, il n'y a jamais eu d'autre manière d'écrire des vers latins que de paraphraser cha­ que nom propre sous les formées réglées de l'hypogramme» (F.de Saussure, Ms. fr. 3968; citato da J. Starobinski, op. cit., p. 133). 40 « La matérialité du fait peut-elle ètre due au hasard? C'est-à-dire les lois de « Ì'hypogramme » ne seraient-elles pas tel­ lement larges qu'il arrive immanquablement qu'on retrouve cha­ que nom propre sans avoir à s'en étonner, dans la latitude don­ née, - tel est le problème direct que nous acceptons et l'objet proprement dit du livre, paroe que cette discussion des chances devient l'inéluctable base du tout, pour quiconque aura préala­ blement consacré de l'attention au fait matériel dans une mesure quekonque » (F.de Saussure, Ms. fr., 3968; citato da J. Starobm­ ski, op. cit., p. 133) . 41 Osserva con finezza Giulio Lepschy, a proposito della col­ laborazione prestata da Saussure a Théodore Flournoy per la decifrazione di quel caso -di glossolalia: « E' anche nel contesto dell'interesse per gli studi saussuriam sugli anagrammi che ri­ tengo sia utile riesumare i passi di Saussure citati da Flournoy nel suo studio su Hélène. La collaborazi<;me con Flournoy nell'ana­ lisi dei testi di Hélène mise evidentemente Saussure a contatto diretto, e in maniera particolarmente suggestiva, con la teoria, e la pratica, del subliminale. 'Inoltre certe operazioni che Saus­ sure compie su quei testi, e certi rilievi che egli fa, richiamano alcune delle analisi che si leggono negli appunti sugli anagrammi. Le tecniche analitiche sono simili» (Saussure e gli spiriti, in AA.VV. , Studi saussuriani per Roberto Godel, a cura di A. Ama­ cker, T. De Mauro, iL.J. Prieto, Bologna, Il Mulino, 1974; la cita­ zione alla p. 192). A voler seguire il suggerimento di Lepschy, la « marotte linguistique», evocata da Saussure, avrebbe qui tro­ vato un suo letterale inveramento. Nulla lo esclude, anche se la via da noi percorsa mira piuttosto a mettere in luce gli ele­ menti di koiné che consentivano di insistere su queste proce­ dure - di « isolamento decompositivo» della lettera. 42 E' appunto Saussure che interroga l'allievo Lépold Gau­ tier, in una lettera del 28 agosto 1908, su « ce qu'iì faut penser de la réalité ou de la fantasmagorie de l'af-faire entière», pro­ prio mentre andava lavorando, come vedremo, sugli ipogrammi di Poliziano (la lettera è pubblicata da J. Starobinski, op. cit., pp. 138-139; la citazione a p. 138). 43 Si tratta dell'analisi di Eneide, II, 268-297, riportata da J. Starobinski, op. cit., pp. 53-55. 44 F. de Saussure, lettera a L. Gautier, del 28 agosto 1908; in J. Starobinski, op. cit., p. 138. 39

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