Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

nell'ordine teologico e nell'ordine della trascendenza, nel1a pratica religiosa e nella lectura mundi, sono cer­ tamente le difese dalla dimenticanza e dalla disper­ sione. Ma se esse hanno prevalso in un ordine sociale religioso e hanno garantito l'attraversamento di civiltà non costruite sul libro, ,si sono anche rivelate fragili, una volta messi in questione quell'ordine e quella tra­ scendenza, una volta dislocata la cent:rialità dell'uni­ verso teologico all'universo degli uomini. Senza più inscrizioni in ordini trascendenti, senza più corazze esegetiche, la precarietà, provvisorietà, cor­ ruttibilità del testo è apparsa nella sura massima espo­ sizione. Il movimento della dimenticanza ha aocele­ rato i suoi ritmi. D'allora il ritorno al testo ha assunto la stessa funzione che ,av , evano le pratiche esegetriche ai fini della permanenza e trasmissione del testo. Per questo il ritorno al testo ha ,sempre conservato, e con­ serva, alcuni dei oamtteri di quella operazione esege­ tka e di quella sacraliz2iazione. Tuttavia, essendo scom­ parso l'ordine trascendente nel quale l'esegesi s'inscri­ veva:, ed essendo il Hbro entrato nella società del mer­ cato, .la · sua restaurazione attraverso fa parola d'ordine del 'rito r no a ' ha assunto caratteri 'mondani '. Nella 'prosa del mO'.Il!do' l,a religione del testo è stata mon­ danizzata, travestita con gli abiti vivaci deHa « que­ relle», dello schrieramento, del1a battaglia delle idee. 3. Restaurazione. Ritornare al testo implica dunque una cancellazio:ne della dimentkan z a, di tutte le forme della dimenticanza. Una restaurazione. Un primo movi­ mento è catalogabile ,sotto fa specie della regressione. Se un testo prende forma nella 'lotta con la rimozione, il ritorno ,al testo dichiara di voler affermare, in quella lotta, la vittoria del soggetto scrivente e dell'autore, e in questa dichiarazione è ,segnata :la dipendenza. Il commento implica anch'esso, nella pa r ticolare incom- 195

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