Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

testo tra il -rituale dell'ingredior e l'atto fisico della sua compiutezm: l'esposizione del testo, fa sua visiva godibilità inau gu raviano il cammino del testo nel mon­ do. Insieme, miniatura, incipit, subscriptio, e Io stesso carattere della scrittura, rappresentavano, nella specie . della costituzione d'una tradizione, }a necessaria me­ diazione verso il lettore, la continuità nel tempo , l'assi­ curazione stessa · delle future pratiche di lettura; ma nel contempo ese gu ivano la prima alterazione del te­ sto, inauguravano la ·serie di sovrapposizioni al testo e di rapporti col testo, fino ad allontanare l'originale sempre più nella wna dell'impossibile riacquisto, fino a ,smarrire, o deformare, o negare, l'identità del testo: in questa vicenda avrebbe fondato fa sua ragion d'es­ sere la filologia testuale. Ad un'altl'a operazione, questa volta ri gu ardante il discorso nella sua produzione di senso, si è dato il nome di travestimento: l'alterazione program.mata, la riduzione ironico-didattica, il trasferimento di un testo, della sua narratività, deUa sua simbolicità dal proprio orizzonte temporale ad un altro. Il travestimento di­ venta un genere letterario, caratterizza un costume · tart'do-umanistico, dà contenuto 1aH'ozio delle lettere, familiarizm , l'antico, sogghigna sulla sacralità del testo, porta per le s t rade del mercato l'appassionata Didone, fa passeggiare a braiccetJto sul :sagrato della chiesa Rinaldo e il Saladino. L'equivalenm ,dei personaggi è la prima popolare offesa alla 'dignità ' della lettera­ tura. Per quanto il travestimento confermi il testo, e ne dichiari la permanenza, la sua azione consiste in una •sorta di occultamento bonario, familiare, ammic­ cante, in una cancellazione delle condizioni in cui il testo è nato, in una deprivazione della simbolicità, o almeno della sua originaria strutturazione, insomma in una immissione del testo nella quotidianità dei rap­ porti di comunicazione provvisoria e fuggevole. 190