Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

Marie de France che, come eUa stessa afferma, ha rinunciato a tradurre dal latino in volgare opere la cui sostanza ,si era esaurita nel co11so di innumeri chiose 22 , intende legare 1a propria fama ai nomi degli eroi che il passato aveva conservato come altrett a nti legs, (legati), in particolare quello di Tristano, il suo­ natore d'arpa, il musico, destinato a comporre, a:Ll'in­ terno del nuovo lai di Marie de France un lai novel. Se si tien conto del fatto che in antico foancese legs e lai sono omonimi, vale fa pena di soffermar,si un istante su quel Lai du Chèvrefeuille in cui Marie de France ci trasmette il suo surplus de sen attraverso il « legato» di un nome. Per segnalare 1a propria pres e nza alla regina Isotta che deve passare per la foresta 23 , Tristano, o meglio Tristram, come lo chiama Marie de France sfruttando così il significato di ram = « iamo» in antico francese, pensa di iscrivere il suo nome su un ramo di nocciolo: « Quant il a paré le baston / De :sun cutel escrit son nom» 24 • Ora, alcuni versi dopo, il testo ,suggerisce che quanto il ramo offre alla lettura non è un semplice nome ma tutto un lungo messaggio. I filologi si sono a lungo interrogati su tale messaggio che, materialmente, non poteva venirie iscritto su un solo ramo, senza rendersi conto che quest'ultimo poteva innanzi tutto essere si­ gnificante già di per sé, attraverso la sua raffigurazione della lettera I, iniziale del nome di Iseult oppure attra­ verso quell'« _I seul » della regina in rotta con la �egge coniugale, e inoltre che esso si designava anche come il « triste ramo» espresso mediante il nome di Tristram. Questi segni intrecciati erano dunque rtali da su­ scitare l'amplificazione del messaggio virtualmente im­ plicito nella figura del nome dei due amanti, fonte e « somme de l'escrit» (summa dello scritto). Ciò è tanto più verosimile (se pure la verosimi- 175

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