Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

significanti sono la firma autentica del poeta, il segno del suo specifico ritmo, fa ,sua ri-nomam.za, rimasta nella maggior parte dei casi oscura. Per chiarire il senso d.i tale ri-nomanza ci varremo di Marie de ..France. Nel prologo dei Lais 19 , questa poe­ tessa del XII secolo dichiara che più un'opera è oscura più ha possibilità di durare: Custume fu as anci'ens, Ceo testimoine Presci'ens Es livres ke jadis fescient, Assez oscurement discient, Pur ceus ki a venir esteient E ki aprendre les deveient, K'i peiissent gloser la lettre Et de lur sen le su:ciplus mettre 20• Si potrebbe far 1 dlevare fin da ora che l'oscurità del testo diviene fonte di invenzione, se è vero che essa ,dà luogo, nei glossatori, a quel « surplus de sen » (so­ vrappiù di senso) che non deve essere confuso con il «,sapere» istituzionalizzato, in quanto il sen per i poeti medioevali è quella s c ienza dell'arte musaica che come afferma Chrétien de Troyes: il poeta attiva per na­ scondere il suo fol penser, Li sage son fol penser cuevre Et net s'il puet son sen a oeuvre 21• Nella sua concezione profonda, l'opera di Marie de France nQ[l è dunque lontana da quélla dantesca: non si dimentichi infatti che per la poetessa la scrittura narrativa del lai è opera d.i « remembrance » (rimeIIJ.­ branza), non - o non soltanto - nel senso di « ricor­ dare» ma anche in quello di « , riunire le sparse mem­ bra» di un antico lai brettone il cui solo resto, la cui sola traccia è il nome ,d.i un eroe circondato da un'aureola mitica. 174

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