Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

Grazie quindi a:lla ,semplice sott,razione della lettera e, scivolata nel silenzio per la parola autor, ma per così dire rappresentata in doppio attraverso il modo volubile che forma i due · semicerchi paralleli, l' autor . prende le proprie dist�e rispetto all'auctor, al solo scopo di far circolare quell'altra lingua, capace di le­ gare, che surrettiziamente assoggetterà il linguaggio della legge e del sapere alle ingiunzioni sovrane della lettera del poeta. La lingua madre, quale Dante la immagina nella propria poetica, è attraversata da questo principio di­ namico e ·silenzioso che ,si muove fra due poli del di­ scorso. Ad uno di essi si situa il linguaggio dell' aucto­ ritas che istituisce, produce senso, articola il sapere in una logièa ,dimostrativa; a:ll'altro si trova questa let­ tera perduta, o sul punto di pe r idersi, che non dice nulla ma rimane nella sua vaoanza di senso, immagine e figura di una parola a ma}apena distinguibile dal­ l'altro termine che la ricopre con il proprio suono o la propria fama chiassosa. Se è vero, e per rimanere nella linea di Dante, che la ·trasmissione autentica non è mai quel,la di un sapere dottrinale, questa parola in ombra, che resiste ad ogni tentativo di traduzione, e pur tuttavia è ,la • sola degria di essere trasmessa, può venire reperita soltanto nel silenzio dinamico dei ,suoi nodi. Tutta la letteratura del Medioevo è costellata da queste figure di in t reociatura. Per rendersene conto basta ,leggere la Divina Commedia 1 7• Nel Conte du Graal, i pellegrini che -ritornano dal romitaggio hanno intrec­ ciato i rami degli alberi della foresta per indicare la via a Perceval. Chrétien de Troyes chiama, assai pro­ priamente, questi nodi entressaignes 1 8 , in quanto ap­ punto essi non •sono che la metafora di ciò che, nel discorso poetico, si legge « fra i segni». Veri e propri lacci ove il , lettore viene preso in trappola, questi nodi 173

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