Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

-.Convivio, in cui si propone di offrire al popolo disere·dato le briciole cadute dalla tavola degli angeli, si è :sforzato di tradurre il sapere dei dotti :teologi in un idioma poco prepavato a riceverlo 8 • Se ciò è vero, Dante è del resto perfettamente consapevole del fatto che quanto della lingua della Poesia viene trasmesso ,come « •sapere » non · è tanto .i!l sapere costituito del;l' auctoritas, bensì piuttosto i suoi residui, trasformati 1n lingua nutrice. Ora, tale •lingua non è suscettibile di essere tradotta. �su questo punto Dante ,si mostra intransigente: « E però sappia ciascuno che nulla cosa per legame mu_saico armonizzata si può della sua loquela in altra trasmu.tare senza rompere tutta sua dokezza e armonia » 9 • Presupponendo che il significato allegorico della · sua �anzone non perverrà alle orecchie degli illetterati, : Dante trova conforto nel pensiero che, pur non var. cando la soglia di questo sapere, la trasmis,sione si ef'fettua grazie alla bellezza ,sola della canzone. E' infatti · 1a canzone stessa a prendere la parola nel congedo per , affermare : Ponete mente almen com'io son bella! 10 ,Per que s ta · ragione, nel Convivio, Dame, insorgendo .-contro la definizione di nobiltà data daH'imperatore · Federico Il 11, riconnetterà l'attività del poeta non al · termine auctor, segno di un potere che, per essere -quello dell'imperatore, non era in fondo così diverso dall' auctoritas della Chiesa, ma ad autor, termine rivale -che assomiglia al primo ad eccezione di una ,lettera. Facendo ricorso ad un'antichissima etimologia l,a· t ina ormai dimenticata, Dante fa derivare autor, senza :J.a ·lettera e, dal verbo avieo. Ora, avieo, composto da cinque vocali - in quanto 171

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