Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

Delle marionette schizzate con tre colpi di matita errano, :sballottate dal vento asprigno dei nostri ri­ cordi di lettura, tra le rovine di un'immensa armatura di orinolina in disuso, calcinata, corrosa dall'appassio­ nata attrazione che esercita su di es , sa - e su di noi - il corpo di Schreber. E,s ,se fluttuano sospese in topografie, architetture celesti: volte, archi, architravi, stazioni astrali, posti di riposo per prender note, han­ gar, vestiboli e magazzini di raggi, vestigia di un mo­ numento crollato a gran pezzi, roso dall'eccesso del rivelatore, sovraesposto a placche alla luce troppo bianca di un orgasmo catadismko. Mi ero chies�a · se queste figure ,schizzate alla bell'e meglio, non erano anche ' 1e figure di retorica in scio­ pero. Ecco cosa ci dice Morier nella prefazione del suo Dizionario di poetica e retorica: « Bisogna confessare che i termini tramandatici dai re­ torici assomigliano a dei pesci esotid. Gli uni sono tutti a colori come la metafora o la catacresi, o zebrati di blu notte e argento come l'ossimoro, allorché la maggior parte, irsuti, nerastri, barbuti e spinosi, si chiamano simplochi anantapodoton, poliptote, ecc.» 11• !irsuti, nerastri, · e barbuti, sono forse, nel reointo . della cucina del diavolo, quei sozzi vagabondi in cami­ ciola di tela che d11condano Schreber, convitato di pietra ancora murato nel suo silenzio. Comqtato di pietra che vediamo passeggiare in tutta l'opera, nei momenti peggiori, con fa sua scacchiera tascabile che tira fuori al momento voluto, in siilenzio come l'altro brancliva i suoi testicoli di ariete, o come si apre il proprio cappotto nei giardini pubblici, testi­ moniando irrecusabilmente della sola ,scrittura che non lascia traocia, queLla ,degli scacchi, quella della memo­ ria: una costruzione di luoghi e figure con delle ca­ selle. Le figure del discorso si fronteggiano e giocano 159

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