Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

J'ai perdu ma montre à Nogent-le Rotrou (Ho perso il mio orologio a Nogent-le Rotrou) essi tingevano 'l.l:Ila prima sala in un impossibile con­ trasto di colori stridenti; ci si rico11dava così di GEAI (la ghiandaia, in francese equivalente fonetico di « J'ai»), poiché, come la civetta ulula, così la ghiandaia stride. Nella seconda, mettevano Alexandre Dumas figlio nel­ l'atto di esortare suo padre a far conoscere silenziosa­ mente l'ora ai loro 1servitori che si trovano al di là di una porta chiusa: Geai - Père Dumas, montre à nos gens l'heure au trou! (Ghiandaia - Dumas padre, mostra a:lla nostra gen­ te l'ora al buco della serratura) (la frase è un equi­ valente fonetico della prima) 9 • Tutto ciò }ascia Quintili,ano perplesso. Egli teme che il ricorso a ta:li artifici tiri , in hingo il tempo oratorio: « L'enunciazione del nostro discorso non sarà imman­ cabilmente impedita da:l. doppio compito che. imponiamo alla nostra memoria? Come possiamo aspettarci che le pa­ role scorrano in un discorso ben legato se dobbiamo per ogni parola presa a sé rivolgerci a forme separate? » 10• Aocontentiamoci - egli finisce per consigliare - del possibile: « Bi,sogna rassegnarsi alla noia di ,ripassare continuamente quello che aVJ:1emo scritto, che avremo letto, e per così dire di ruminare gli ,stessi alimenti». Bisogna imparare a memo:ria, ripetere, aiutare la me­ moria con ,la ,doppia impressione della parola e del.J'udito · . Ma per questo bisogna - e riconosciamo qui il ,sibilo delle voci schreberiane - che la nostra voce sia bassa, o piuttosto che sia solo un mormorio. Invece di ceocar di mettere in !immagini ogni paro}a, Quinti- 157

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