Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

dare, ,l'immagine ,di memoria ,si fa ipotiposi (Fonta­ nier), «energia» (,Ou Bellay), figure di presenza 8 alta­ mente persuasiv,e: le cose sono esposte in modo tale, sotto la sp i nta della v,isione interna condensata, che esse sembrano svolgersi sotto i nostri occhi. E' irrefu­ tabile perché è là, cinema nella testa, rovescio segreto dell'adesione massiccia che l'oratore vuole ottenere. Così Cicerone ci insegna come un segno interno unico possa bastare a far esplodere nel discorso il ri­ cordo di tutto un avvenimento, come si possa dare ad ogni « cosa» «fo. , sua immagine e quasi la sua ma­ schera, che la segnala». Con fui incomincia tutta una grammatica della condensazione e delle condizioni cli figurabilità che conoscerà un giorno fa fortuna che sapete... Questa era dunque la memoria per le cose... Quanto alla memoria per le parole, fa memoria let­ terale, voglio dire, le sue architetture si stendevano su chilometri. Essa sembra evidentemente assai più pro­ blematica poiché a,d ogni parola doveva corrispondere un'immagine e un luogo di memoria.:. L'autore del•l'Ad Herennium tuttavia ' «non la respinge». Egli imma­ gina che ci ,si voglia ricordare del verso latino: 1am domum itionem reges Atridae parant Già i figli d'Atreo preparano il loro ritorno. « In una prima casella metteremo Domitius (domus itionem) che leva le braccia verso il cielo quando è colpito da verghe dai Marcius Rex. Quest'immagine ricorderà J am domum itionem reges. In un'altra casella, metteremo Esopo e Cimber che si vestono da Agamennone e Menelao mentre si apprestano a rappresentare la tragedia di Ifigenia: que­ sta immagine rkorderà Atridae parant... ». Più vicino a noi le sciarade a cassetto erano care ai surrealisti. Volendo memorizzare questa formula lrapidaria: 156

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