Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979
1 [Secondo la competenza e il rigore di questo discorso, si traduce signification con significato. Del resto, come osserva an che T. De Mauro nel suo commento al Corso di linguistica gene rale di Saussure, dato che significato è «l'equivalente corrente del francese signification », può risultare non del tutto vantag giosa la «facile» (e canonica) «equazione linguistica» tra lo stesso termine e il signifié saussuriano (cfr. F. de Saussure, Corso di linguistica generale, introduzione, traduzione e com mento di T. De Mauro, Bari, Laterza, 1967, p. 408, nt. 134). Ma il problema nel suffragare un altro rigore, quello della teoria linguistica, dimostra indirettamente che per la nostra traduzione ha autorità ed esattezza l'uso corrente.] 2 Cfr. in particolare C.S. Peirce, art. Insolubilia del Dictio nary of philosophy and Psychology di Baldwin, ripreso nelle Col lected Papers, vol. II (Cambridge, Mass. 1932) § 618; e ML. Roure, La problématique des propositions insolubles au XIII' siècle et au début du XIV'... (in Archives d'Histoire Doctrinale et Littéraire du Moyen-Age, tomo XXXVII, Parigi 1971) p. 212 nota 3 e p. 244. 3 Cioè le proposizioni che enunciano la propria falsità (al contrario, una proposizione «si verifica» se enuncia la sua pro pria verità). Queste proposizioni, se sono vere, allora sono false, e se sono false, allora sono vere: il paradosso sta tutto qui. Si chiamano ancora in modo iperbolico «proposizioni insolubili» perché pongono un problema difficile da risolvere. 4 Così avviene nel trattato attribuito da M. Grabmann a William Shyreswood, e pubblicato da M.L. Roure, come i trat tati di Walter Burleigh e Thomas Bradwardine, in appendice del suo studio già citato. Di qui in avanti, per quanto riguarda i trattati De Insolubilibus di questi tre autori, farò sempre ri ferimento a questa edizione. 5 Cfr. Essays in Analysis (Londra 1973) [tr. it., Saggi logico filosofici, Milano, Longanesi, 1976], p. 203 nota: «such a state ment is either meaningless or does not apply to itself». 6 Cfr. Ockham, Summa totius logicae, III, 3, cap. 45: «il predicato non . può implicare per la proposizione totale di cui è una parte». M.L. Roure rivela (op. cit., p. 220) che la soluzio ne che deriva da questa regola è molto più antica della logica di Ockham, poiché la sua confutazione era già diffusa nel XIII secolo. 7 Russell cita il passo dell'articolo Insolubilia del dizionario di Baldwin nel quale è riassunta la posizione di Ockham, in « Insolubilia » and their Solution by Symbolic Logie (1906): Es says in Analysis, p. 196" [p. 169 di Saggi logico filosofici, tr. cit. degli Essays]. s A. Tarski, Le concept de vérité dans les langages forma lisés (1933) e La conception sémantique de la vérité (1944), tr. 135
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