Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

che sono vere ·e che sono false - il significato del dic­ tum entra in conflitto col significato dell'actus. La semantica contemporanea ha ugualmente isolato una classe di proposizioni che presentano un conflitto interno tra il significato e il più-di-senso: sono i para­ dossi pragmatici 53 , nei quali ciò che è detto è contrrad­ detto dal fatto di dirlo. Si dia la proposi:lione « non enuncio nessuna proposizione»: il fatto di dire questo contraddice ciò che è detto: poiché di 1 re questo, è enun­ cia1 1e un� proposizione, quando ciò che dico, è che io non ne enuncio mai. Allo stesso modo, proprio sul para­ dosso pragmatico che si avrebbe nel pensare « io non penso» Cartesio basa la sua dimostrazione della cer­ rtezza dell'« io penso»: è impensabile che io non pensi, indubitabile· che io dubito, dunque ,sono certo di pen­ sare e di dubitare 54 • 3.31 Un paradosso di questa ,spede è il paradosso di Moore 55 : « il gatto è sullo zerbino ma io non lo credo». Secondo Moore, quando dico, con tono affor­ mativo, « il gatto è sullo zerbino», significo (imply), col fatto di dirlo, che credo a ciò che ,dico. Dunque in « il gatto è •sullo zerbino ma fo non lo oredo», la seconda pairte della iìrase contraddice l'enunciazione della prima. Il più-di-s�nso è ciò che significa l'enunciazione - o anche quello che essa implica, quello che presuppone, quello che dà ad intendere, rtutte queste espressioni potendo servire a rendere la parola inglese « imply ». Nel paradosso di Moore, il significato ,d'una parte della frase contraddice il più-di�senso che aggiunge l'enun­ ciazione dell'altra parte. La frase _ , stessa non è dunque contraddittoria, fino al punto ,in oui ciò che quesrta frase significa può benissimo corrisponde11e: è possibile che il gatto sia al momento sullo zerbino, e che io non lo creda. Ma dire questo ,sarebbe pragmaticamente con­ tra,ddittodo: poiché chiunque dice affermativam_ente 133

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