Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979
3.11 L'interesse della soluzione che abbiamo appena esposto non è sfuggito a un certo numero di logici mo derni. Così Peir c e 44 non s'è , accontentafo d'indicarla come la migliore, egli ne ha 'lato una dimostrazione formale, nel corso della quale va più lontano dei medioevali, nel ,dimostrare che ogni proposizione significa la pro pria verità; settanta anni più tardi, Paul Finsler 45 pro pone questa , stessa soluzione come ,alternativa a quella di 1 cui Bertrnnd Russell s'è fatto il sostenitore; J.M. Bochenski 46 , che dedica ad essa un importarnte passaggio del l a sua Formale Logik, la formalizza qualche anno dopo, e mostJra così ai <logici che ,si pos,sono risolvere validamente le antinomie ,semantiche ,senza fare appello alla distinzione dei livelli di lirnguaggio. Infine A.N. Prior 47 , il quale non conosce questa soluzione che atitra verso Peirce e gli accenni di Burida:no, fa . riprende interamente per conto suo e ine sottolinea l'importanza per una semantica che rifiuti la -ge:riarchia taTskiana dei linguaggi. 3.12 Questa soluzione è, in realtà, esemplare, in quan to ,si situa agli antipodi del1e soluzioni �estrfamci, fon date ,su1l'interdizione della riflessività. Non solo si am mette che una proposizione può ·essere ·riflesshr.a: le proposizioni auto:falsifioatrici ,sono valide, e hanno ll[l valore -di verirtà determinato - ma •soprattutto si stabi lisce in teoria, per risolvere il paràdosso, che ogni proposizione deve -essere ,in un certo modo, riflessiva: ogni proposizione asserisce la sua propria verità, ogni proposizione è autoverificatrioe. Appena si smette di ritenere che non sia da _ nessuna parte, la riflessività risulta essere dapperitutto: A.N. P.rior ha ritlevato benis simo questo rovesciamento ,e la sua necessità 48 • 3.2 Ora questo rovesciamento, lo stes 1 so, ha luogo nel passaggio dalla v-ecchia alla nuova •anali!si; e come nel1a 130
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy