Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979
Venezia la teoria del significato « preciso e adeguato »)? Vorrei prmteHare un po', ricorrrendo a qualche sugge r.imento supplementare, l'ipotesi dell'inserimento della tesi che ci tiene oocupati in una teoria più generale del significato. Suggerimenti di cui non ,garantisco la perti nenza per quanto riguarda la semantica medioevale - ma serviraruno per passare all'ultima parte della mia esposizione, che riguar:da la s,emantka contemporanea nel suo rapporto con fa soluzion:e del pairadosso appena riassunta. 2.351 La proposizione « il gatto è sullo zerbino » significa da una parte che il gatto è sullo zerbino, e dall'altra che essa è vera. Ma queste due cose, è chiaro, non ,sono ,significate allo 1 stesso titolo: infatti, la pro posizione « H gatto è sullo :zerbino » dice che il gatto è sullo zerbino, ma non dice, per essere esatti, che essa stessa è vera. La verità della proposizione fa parte di · ciò questa significa, ma non di ciò che dice. Per questo :io propongo ,di chiamare 1a prima parte (p1) del significato, il ,significato del dictum, il signifi� cato di ciò che è detto. Or.a una proposizione, per gli autori che ici interessano, è più che un semplice dictum: una proposizione non è una fras&type, fuor:i contesto, ma una frase-token che costituisce l'oggetto d'una enun ciazione spazio-temporaJ� determinata 37 • Una proposi zione non è sempli!oemente ciò che è detto, è anche l'atto che C()IIl!si 1 ste nel dire ciò che è detto. Accanto a ciò che è :detto (dictum) c'è l'atto che si compie nel dirlo ( actus exercitus) 38 • 2.352 Questo duplice aspetto della propos1z1one non si riflette in qualche modo sul piano del significato? E' almeno quello che �a pensa:rie una formula di Walter Burleigh. Burleigh non dice, come Alberto di Sassonia: omnis propositio significat se esse veram 39 ; egli dioe: 128
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