Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

stra 35 in due tempi che le proposizioni autofalsificatrioi significano la loro ipropl'ia verità: dapprima, egli for­ mu.Ja la tesi che una proposizione s,ignifioa ciò che essa implica; poi, dimostra che la proposizione B, signifi­ cando che essa stessa è falsa, implica che ,es,sa stessa è vera: in effetti, se la proposizione B, la quale significa - che B è foJ.sa, èl falsa (ed è quello che significa), allora la proposizione B è vera. E dal fotto che la proposizione B, ,significando la sua propria falsità, ±mplioa la propria verità, si deduce, per la tesi che ciò che è implicato è significato, che la pI'oposizione B , s,i,gnifica 1a propria verità. Un'altra v , ersione attenuata è quella di Giovanni Bu­ ridano 36 : dopo aver sostenuto n e lla sua giovinezza che ogni proposizione :signi:fiica la propria verità, Buridano trova p.iù appropriato d.iJre che ogni proposizione implica la sua pr o pria verità, la qual cosa giustifica appoggian­ dosi ,alla seconda implicazione aristotelica: p � VX. Stabilito ciò, Bur,idano risolve gli lnsolubilia modifi­ cando Jeggermente la ,definizione aristotelica della verità (in modo da pro:teggerla meglio): una proposizione è vera •se quello che significa e· quello che implica cor­ risponde. 2.342 E' soprattutto presso Alberto di Sassonia e Paolo di Venezia che la 'tesi per cui ogni proposizione significa la iY.fOpr i a verità trova la 1sua espressiO\lle più for ,te. Intanto due punti richiedono d'es,s·ere chiariti, due punti oscuri che io mi limito a indicaTe aU'attenzione degli 1speciaHsti: dov , e ,situare es,aittamerrte la differenza tra le posizioni di Alberto di , Sassonia e Paolo di Venezia? E, d'altra parte, ,si deve intendere questa tesi come una costruzione ad hoc destinata a risolvere gli Inso­ lubia (è l'impressione che susdta talvoJta il testo di Alberto di Sassonia), oppme come conseguenza diretta d'una teoria del significato (quale presso · Paolo di 127

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