Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979
fica (p) corrisponde, che sia vera: -(p-4VX). Delle due impliioazioni, VX�p e �VX, che compongono nel l'equivalenza aristotelica VX = p, la seconda non è va lida nel caso delle proposizioni aurtofalsificatrici - fermo restando che la prima vale in ogni caso. Proposizioni non autofalsificatrici VX�p p�VX Proposizioni autofalsificatrici VX�p -(p�VX) Le proposizioni autofalsifioatrici sono dunque carat terizmte dal fatto ,di poter essere false quand'anche si gnificassero che le cose stanno come sono 29 ; questo caraHere definisce le proposizi,oni autofalsifioatrki, in modo che una proposizione X di ,significato p si falsi fica se ·e solo se -(�VX). Tenuto conto di questa equivalenza, si può riformulare così la definizione (C} deUa verità proposta da Giovianni di Celaya: VX = pA - - (p� XV) Sicoome ..,., - (p� XV) torna a p� VX dhe torna a - (pA = VX) che torna a = p ·v VX, si ottiene: VX = pA(-,,- pvVX) ' E sirccome pA(- pvVX) torna a (.p A - p)v(pA VX) che torna a p A VX, si ottiene: VX = pA VX 30 • Una proposizione è Viera se e solo se 1. le cose stanno come essa significa, e 2. essa è ver,a. Così presentata nei suoi esiti, la definizione emendata della ;erità sembra da respingere, perché oi chiude in un oerchlo. Tuttavia, 120
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