Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979
dine e facoltà di dissipare ogni rigidità di cliistinzioni tra un linguaggio e un altro, tra un « luogo» della comunicazione letteraria e un altro, tra diverse « aree di compete�a» della produzione. Non tutto quello che ,si è già fatto (e non è poco) su questa strada viene incontro al rigore di questa versalità: neppure, per fare un esempio, Ja lettera e la produzione della critica barthesiana, la giustezza ,su cui si decidono e ;risolvono nel parlare i testi, stanno · e si provano oltre le distinzioni - e una rigidità, per quanto sfornata e ·dislocabile - dei caratteri e delle specie: « analisi del racconto», « testo ·di piacere», « testo di _godimento», « lingua naturale», « lingua artificiale» di Sade Fourier Loyola. E dove fa rigidità preme, certo lontano da Barthes, to r nano, non da una storia con fondamenti hegeliani, ma da teorie generali della co municazione, le separazioni e Je opposizioni dei ge neri. Ora si vorrebbe dimostrare quella rigorosa versa tilità nell'impiego delle categorie 1 sulla cancellazione delle distinzioni, un impiego produttivo - per la « co noscenza dell'uso del linguaggio». Del resto, è quanto è accaduto anche alla figura che segnava in akuni nodi Ja linguistica di Sa:ussure: , sprovvista com'era della cer tezza di rappresentare la struttura dei fatti linguistici, è venuta as 1 sumendo - anche nei propri limiti - la duttilità strutturale di una possibilità " di metterli in chìaro. Le nuove categorie hanno senso e pecuUarità, concorrono a condm·re e a legare la letrura dei testi, non in quanto ,distinguono e separano, ma in quanto riesco;no a dichiarare e a giocare « ,somiglianze in grande e in piccolo», a svolgersi in « una rete complicata di ,somiglianze ohe si sovrappongono e si incrociano a vicenda » 38 • -Linguaggio drammaturgico e linguaggio narratiyo. Lo spazio del primo sarebbe la deissi (o, se si vuole diTe con più precisione, la deissi indiziaria); mentre ìl 105
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