Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979
dire l'inizio dell'analisi sulla natura del segno lingui stico, il momento in cui si ricusa l'opinione che « la lingua, ricondotta al suo principio essenziale, sia una nomendatura, vale a dire una 1 lista di .termini corri spondenti ad al t rettante cose» 24 • La prova, ancor prima d'essere portata a una veri fica filologica, deve far posto all'idea del gioco, ohe essa stessa ha fatto riemergere, in altri termini. Del resto, sarebbe propr,io la filologia a corroborare, con le citazioni del funzionalismo, e con quanto si è detto sul ,significato. e sul valore linguistico, l'ol'dito e il breve giro dei nostri richiami. Mentre è Ja fi.losofia a sollecitarci all'idea del gioco: e proprio con i'insistènza sugli enunciati delle Untersuchungen, da noi qui e per ora declinati solo neH'ordine del •sapere Jinguistico 25 • Ma per,ché non si perda d'occhio la via degli soacchi, battuta dalla filologia dei « raiocordi» e da noi stessi percorsa nell'enucleare e per sondare f1idea _ del gioco, si 1egga in un paragrafo di Wittge�stein il senso, e ta- 1ora perfino la lettera, di alcuni problemi inscritti nella seconda e nella terza dimostrazione della partita di Saussure. Trutto il ,paragrafo 31 delle Ricerche 26 fa no tare come il valore di ogni pezzo dipenda dalle regole del sistema e dal •suo rapporto con gli ahri pezzi, per dire che un nome, nel gioco linguistico, ha significato (ed èl un valore) se si sa che uso farne: anzi, che il significato è quest'uso del nome, determinato dalle re gole e dai rapporti nel sistema. Questi motivi si raccontano in diverse situazioni, nei lunghi preliminari di una qualunque congettura bile partita. · Ma in un altro paragrafo (136) la partita, svolgendosi, comincia ad OI'dire dubbi ed esitazioni: Ci possono essere più ,giochi. - « E' come se uno di cesse: 'Negli ·scacchi il re è il pezzo a cui si può dare scacco '. Ma questo :può soltanto voler dire che nel 100
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