Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

ci siano collegamenti con motivi ebraici (nota: l'amico è ebreo), che per me sono sempre importanti. I sogni dell'amico si erano dunque ripetuti, ma la donna non ci aveva fatto molto caso. Ma a colpirla questa volta non è stato il sogno, ma il racconto del sogno. La colpisce di aver ripetuto due o tre volte una stessa cosa: sei sempre molto dolce, rassicurante; e un altro elemento: il fattore tempo. « Una volta al mese, direi »; « ti sogno così spesso, tutti i mesi». E poi la col­ lezione di orologi che le fa venire in mente l'espressione: puntuale come un orologio. Inoltre, prova un certo imbarazzo per aver detto << motivi ebraici» e lo giustifica dapprima con il fatto di aver detto forse qualcosa, se non di « razzista », al­ meno di « molto personale ». Le viene allora in mente di aver collegato molto tem­ po prima, in una situazione del tutto diversa, l'ebraismo a un sogno di una chiesa, dell'interno di una chiesa, sul cui altare una Madonna insanguinata aveva accanto San Giuseppe. A questo punto i « motivi ebraici » le divengono chia­ ri: gli ebrei non hanno rapporti con le donne quando queste hanno le mestruazioni. Ecco allora l'aggettivo « razzista » che entra in gioco rovesciato come protesta femminista e, senza dubbio, quanto le sta venendo in mente è « molto personale », per lei. L'acqua intorno al letto e il fattore tempo le dicono il resto: si tratta delle « sue » mestruazioni. L'amico ebreo, che le appare una volta al mese, dolce, rassicu­ rante sulla puntualità dell'evento mestruazioni, « pun­ tuale come un orologio», ha un doppio ruolo che tocca curiosamente causa ed effetto, ma in modo tale che ci si rassicura nell'effetto, in totale assenza della causa. La donna, infatti, non ha fatto all'amore con l'amico, << tra noi non è questione di fare all'amore», e tuttavia l'amico ebreo, che non la tocca prima, ma non la tocca 91

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