Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

che, a raccontarli, sarebbero non storia, ma poesia, e sembrerebbero un romanzo». (Religio medici) Cosa c'è di così poetico, o addirittura romanzesco, si chiede Johnson meravigliato, nella vita di questo perfetto stu­ dioso? E' una vita accademica molto uniforme. D'ac­ cordo Browne ha , viaggiato: è stato in Italia - e pre­ cisamente a Padova, famosa per la scuola di medicina dove aveva insegnato Aquapendente. E' stato in Fran­ cia, e in Olanda, e in Germania: ma non ha certamente attraversato mari sconosciuti, o il deserto arabico. Se fu fatto cavaliere, fu per sbaglio! Perché quando Carlo II .fece visita a Norwich deciso a nominare cavaliere il sindaco della città, questi rifiutò, e Browne fu proposto come sostituto, e si trovò insignito di un'inattesa onoreficenza. Il matrimonio stesso con Mrs. Mileham è esemplare per ragionevolezza, e senso delle convenienze: e per stabilità. Vissero insieme per quarantun anni, ebbero dieci figli. Certamente straordinario era il suo sapere: enciclo­ pedico, ed eccentrico, insieme: con la passione strava­ gante del dilettante, e lo zelo e il rigore e il metodo dell'erudito. Miracoloso forse quel tono di confidenza e di fidu­ cia, che gli fa, altezzosamente, e insieme in perfetta semplicità, dire di sé: « Men that look upon my outside, perusing onely my condition, and fortunes, do erre in my altitude; for I am above Atlas his shoulders»! Miracoloso anche, addirittura divino, o più che uma­ no « il sentimento sovrano del proprio assoluto, e ne­ cessario, senso, nell'ordine del mondo. C'è un posto per lui nel mondo: lì egli è atteso. Lì collocandosi egli èJ al posto giusto: lì dunque egli è felice: « I am happy as any, Ruat coelum Fiat voluntas tua...». « In breve, sono contento, che altro potrei volere?»: questa la sua filosofica felicità. 88

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