Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

visibilmente al carnefice. Ma passano le due ore, il francese ha speso le ultime energie e l'orizzonte è terso, non si vedono pal­ mizi né montagne. Ègli non può più gridare né gemere: si co­ rica allora sulla sabbia per morire, ma il suo sguardo spaven­ terebbe l'uomo più intrepido, sembra annunciare che non vuol morire solo. La guida, come un vero demonio, gli risponde con un'occhiata tranquilla, densa di potenza, e lo lascia disteso, avendo cura di stare a una distanza che gli permetta di sfug­ gire alla disperazione della sua vittima. Infine Montriveau trovò un po' di forza per lanciare un'ultima imprecazione. La guida si avvicinò, lo guardò negli occhi, gli impose silenzio e gli disse: « Non hai forse voluto tu, malgrado i nostri consigli, andare dove ti conduco? Mi rimproveri di tradirti: se non l'avessi fatto, non saresti venuto fin qui. Vuoi la verità? Eccola. Abbiamo an­ cora cinque ore di cammino e non possiamo più tornare in­ dietro. Pensaci: se non hai abbastanza coraggio, eccoti il mio pugnale. » Sorpreso di tanta spaventevole intesa fra dolore e forza umana, Montriveau non volle riconoscersi inferiore a un barbaro: attinse nel suo orgoglio d'europeo una nuova dose di coraggio e si rialzò per seguire la guida. Le cinque ore erano trascorse: il generale, non vedeva an­ cora nulla: egli guardò la guida come un moribondo: allora il nubiano se lo caricò sulle spalle, l'alzò di qualche piede e gli fece vedere a un centinaio di passi un lago circondato dal verde e da una foresta stupenda, illuminati dai fuochi del sole ca­ lante. Erano giunti a poca distanza da una specie di immenso banco di granito che sembrava seppellire il sublime paesaggio. Armand si sentì rinascere e la sua guida, quel gigante d'intelli­ genza e di coraggio, portò a termine la propria dedizione reg­ gendolo attraverso i sentieri caldi e lisci appena visibili sul gra­ nito. Montriveau vedeva da un lato l'inferno delle sabbie e dal­ l'altro il paradiso terrestre della più bella oasi di tutti quei deserti. La duchessa, già colpita dall'aspetto del poetico personaggio, lo fu ancor più quando seppe che egli era il marchese de Mon­ triveau, da lei visto in sogno la notte prima. Essersi trovata con lui nelle sabbie ardenti del deserto, averlo avuto compagno in un incubo, non era forse, per una donna come lei, un delizioso presagio di passatempo?») 54 p. 1026. (p. 245: « In questa tremenda avventura che tan­ to mi ha legato a voi, Armand, voi andavate dal deserto all'oasi condotto da una buona guida. Ebbene, io mi trascino dall'oasi al deserto, e voi siete per me una guida spietata »). 55 p. 941 (p. 161). 56 p. 944 (p. 163). 57 Cfr. pp. 952-953 (p. 172) e p. 986 (p. 205) ss Cfr. p. 947 (p. 167). 63

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