Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

<< Io vo' contarti un sogno» «Odi, Melissa: io vo' contarti un sogno»: l'mcipit del frammento leopardiano del 1819, primitivamente collocato sotto il titolo «Il sogno», quindi sotto «Lo spavento notturno», infine compreso sine titulo in coda all'edizione napoletana dei Canti, dispone, per la sem­ plice distribuzione della frase, tutte le domande che stanno alla base di questa nota*. Se il «vo'» indica la volontà operativa, certo non così assoluta e istituzionale del grammaticalmente equivalente «Je les veux» che apre l'«Après midi d'un faune» (ove pure è questione .di un sogno); i rimanenti elementi frastici («contarti» e «un sogno») definiscono due precise categorie, di attività e di oggetto, che si «marcano» reciprocamente secondo un rapporto d'opposizione. Insomma: perché uno scrittore si determina a introdurre nella sua nar­ razione un sogno? o, nel caso limite: perché fa di un sogno la sua narrazione? Perché «raccontare un so­ gno»? - ed uso il verbo nell'accezione più rist:r,etta di tecnica letteraria, mettendo il sogno in rapporto con la fiction (poesia, romanzo, racconto, favola, autobiogra­ fia «significante» etc.) e dunque escludendo tutto ciò che si offra come documento, testimonianza scienti- * Vedi il testo leopardiano alla fine del pezzo. 5

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