Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

Il lutto, il sacro, il già-detto Che cosa significa l'aforisma di Karl Kraus: «Il fatto e la frase fatta son una cosa sola?» Che non è possibile, specie in seno alla galassia Gutenberg, stac­ care l'evento del suo «racconto», dalla notizia, per coglierlo come Ding an sich? Che la trasformazione dell'accaduto in «frase fatta» ossia in elemento di di­ scorso inautentico, è fenomeno troppo rapido per non risultare anche inevitabile? Se si guarda ai fatti ita­ liani degli ultimi sei o sette mesi, che hanno il centro nel cosiddetto caso Moro, ci si accorge che sono stati immediatamente coperti dalla loro conversione in no­ tizia (o nel suo equivalente di segno opposto: in se­ greto). Ma si scopre anche che uno dei fatti «più fatti» di tale periodo è rappresentato proprio dall'uso linguistico che essi hanno provocato. Insomma: il lin­ guaggio usato dalla stampa, dalla radio, dalla TV, dai politici e da un certo numero di intellettuali nel par­ lare del rapimento e dell'uccisione di Moro, poi delle successive rivelazioni, indica, nelle sue stesse scelte lessicali e istituzioni sintattiche, non solo la trasforma­ zione degli avvenimenti in «frasi fatte», cosa alquanto ovvia: ma copre addirittura quei fatti con altri fatti 179

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