Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

mente a incrociarsi, anche in alto», « divenne... inso­ stenibile il taglio della luce quando furono alte, una davanti a loro e tre in ordine sulla sinistra, delle lune grandissime e intere», « Apparve un'altra luna a de­ stra, che andò ad aggiungersi alle altre. Sembrò di­ stintamente a ciascuno dei quattro che tutto il loro universo fosse ruotato», e via dicendo, sino all'ultima pagina, dove si assiste alla « caduta della luna di mezzo». Al campo semantico della fantascienza, così intesa, si oppone quello, caro a Volponi (si pensi anche sol­ tanto ad un suo titolo, Corporale), della corporeità; ma anch'esso spinto all'estremo: da un lato con la metafora per cui i protagonisti sono tre animali e un nano - la cui deformità e le cui ferite pongono il suo essere fisico in primo piano; dall'altro con la insi­ stita sottolineatura di ogni manifestazione corporea. Il sesso, anzitutto: « Il babbuino risponde al nome di Epistola. Questo nome deve essergli stato messo dal capo del caravan-serraglio quasi certamente per un volgare doppio senso: Epistola come pistola, e pistola come addolcimento labiale di quel prepotente e sproporzionato organo sessuale che tinge il terzo cen­ trale del corpo dell'animale», « Allora con tutto l'amo­ re egli ricambiò lasciando una goccia di sperma sul lavandino», « I malvagi l'avevano sempre chiamato 'tre-teste ' e lui aveva ogni volta risposto 'quattro' accennando alla meravigliosa testa di cazzo che gli • ballonzolava tra i ginocchi». Ma, soprattutto, gli escre­ menti, che costituiscono addirittura un punto di mas­ sima concentrazione e disseminazione semantica, sic­ ché la stessa esperienza erotica principe del nano - quella con la suora di Kanton - « avveniva nel cesso come il proseguimento della soddisfazione di un biso­ gno corporale». Infine, nel medesimo ordine di rife­ rimenti, la centralità del momento sinestetico nel vis- 176

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