Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

tificazione sull'organo cavo · della donna, esprime, me­ glio di qualsiasi querela la sottrazione del femminile a se stesso. Al corpo vuoto dell'isterica, al quale anche il lutto è stato interdetto, non resta allora che indossare la veste che l'uomo le porge, di prendere il posto, nella . famiglia, che egli le attribuisce. In cambio sarà il suo ideale, il suo tutto, il suo dio, come dice Lacan. Ma se, nella identificazione, c'è sempre dell'imita­ zione, l'isteria ne fa una pantomima affidando, all'ec­ cesso della falsità, una funzione di verità. Aveva ra­ gione Charcot, l'isterica è una grande bugiarda, che finge di mentire per testimoniare che qualche cosa le manca, che qualche cosa non funziona nel modello fem­ minile che indossa. L'organo che duole, la lingua che non parla, la sete che non beve, la gamba che non cam­ mina, tutti gli orrendi orpelli dell'isteria, i suoi gad­ gets neurologici, non sono che l'estremo tentativo di veder riconosciuto, nella determinazione storica della impotenza, il desiderio femminile. La contraddizione che accompagna i suoi atti rap­ pr-esenta l'incertezza di offrire e di celare il suo oggetto immaginario, di tenere o di abbandonare questo tappo di significato che la rende assente, 'fisiologicamente assente ', dice Freud, alla struttura del linguaggio. Pa­ radossalmente l'isterica è nella cultura, un operatore culturale si direbbe, come dimostra inequivocabilmente la sua capacità di fondare un sapere, di reggere una di­ sciplina, ma ciò che essa indica è fuori dalla cultura, sfuggente alla sua presa riduttiva, al suo potere nor­ malizzante. Nella potente struttura che organizza mancanza, de­ siderio e domanda, in effetti l'oggetto femminile cade fuori: il bambino fantasmatico, in quanto resistente · ad ogni rappresentazione simbolica, ad ogni duplica­ zione, dimostra il suo statuto di realtà, rivela di essere 122

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