Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978
so del mito platonico - destinato a risolversi in caduta, in quella serie indefinita di sconfitte che per Rosa Lu xemburg dovevano p,wimentare •l,a "via regia" del socia lismo · e del suo trionfo. Verso un partito, che dal1a po sizione di pura coscienza, di organizzatore della sogget tività dell'Entwicklung di pura custodia della retta Bewegung, procedess,, come « avanguardia ,attiva » ol tre la proposta lassalJiana di " accelerazioni" della ,sto ria, ad anticipi sulla classe stessa nutriva i ben noti timori di prevaricazione « borghese », espressi nelle po lemiche con Lenin. La sua accentuazione dell'elemento soggettivo, •ac centuazione antirevisionista, non giungeva alla rottura dell'equilibrio tra i due momenti che caratterizza il marxismo classico. Per rimanere nei limiti di questo, Rosa Luxemburg tese a ridurre l'imperialismo a un fe nomeno continuo ri . �petto alla -dialettica normale del tense, era stato considerato fuori gioco. Al ,livello delle capitalismo. Anche iu questo caso essa rimaneva fedele ad una lettura del fenomeno in termini economicistici, pur non potendo non tener conto del crescente peso e della funzione storica di militarismo e colonialismo. In Marx tali problemi erano rimasti irrilevanti. Marx ed Engels avevano avuto a che fare con guerre sostanzial mente ancora limitatè, per le quali non avevano nutrito particolari repugna 1 1l/e. Di fatto e teoricamente il mondo ,extra-europeo, fatta eccezione per l'appendice statuni tense, era stato cons:derato fuori gioco. Al livello delle salmerie, esso avrebbe comunque seguìto. Fu grande abilità di Rosa Luxemburg quella di riu scire a ridurre abbastanza soddisfacentemente tali pro blemi alle categorie del marxismo classico. I popoli co loniali ,erano visti c,:m maggiore simpatia, e potevano ora assumere una qualche funzione - di limitare le possibilità d'espansi�ne del capitale: ad esempio, e di affrettarne quindi la fine. 70
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