Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978

Esattamente all'opposto di quanto accade nella fi­ losofia tedesca, che discende dal cielo sulla terra qui si sale dalla terra al cielo. Cioè non si ,parte da ciò che gli uomini ,dicono, si immaginano, ISi rappresentano, né da ciò che si dice, si pensa, si immagina, si rappre­ senta che siano, per arrivare da qui agli uomini vivi; ma si parte dagli uomini realmente operanti e sulla base del processo reale della loro vita si , spiega anche lo sviluppo dei riflessi e degli echi ideologici di questo processo di vita. Anche le immagini nebulose chè si for­ mano nel cervello dell'uomo sono necessarie sublima­ zioni del processo materiale della loro vita, empirica­ mente constatabile e legato ,a presupposti materiali. Le idee dominanti non sono altro che l'espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee; sono dunque l'e­ spressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante e -dunque sono le idee del suo dominio. Dedica-exergo-introduzione, un piccolo ritardo trat­ tiene il Trattato. Ma se guardiamo bene, come il ri­ tardo alle sedute di analisi, esso ha riscontro in un an­ ticipo della fine nell'ansia di ciò che può andare per­ duto. La dedica è già il voto del trattato compiuto, l'introduzione la sua motivazione e la ricerca di un cre­ dito di fiducia da parte del lettore. Tra la dedica e l'in­ troduzione, la lunga citazione marxiana, che è una col­ lezione di chiasmi, serve intanto da cauzione, da avallo autorevole a ciò che si va per dire. E che poi a questo punto potrebbe anche esser taciuto perché Stefano, Anna-Valeria e Leonardo (probabilmente « i giovani», sicuramente operatori sociali) sanno già di che si tratta e i lettori dalla paziente ricognizione del testo non ri­ terranno çhe ciò che I' exergo già compendiosamente for­ niva, in termini di esclusione di ciò di cui non si tratta. 7

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