Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978
soggettiva di fronte alle obiettive condizioni della pro duzione come sua non proprietà, come proprietà altrui, come valore a sé stante, come capitale» (op. cit., p. 397). Il movimento soggettivo disalienante corrisponde so,lo parzialmente al noto movimento dalla dasse ID sé ,alla classe per ,sé, che è costi!1n.12ione della soggettività collettiva; al di là, è tutto il movimento che, mantenen do le condizioni di partenza, deve essere riappropriazio ne dell'universale, e non del particolare. Come in seguito analizZierà Lukacs, tale movimento disalienante sogget tivo è sostanzialmente libertà, in questo senso politica, e r e nde perciò plausibile l'indeterminazione in cui il problema del partito e dello Stato è sostanzialmente rimasto nel marxismo classico (in quanto filosofia della storia), tranne per l'identificazione, spiegabilmente post factum, dello Stato futuro con }a Comune di Parigi. Co munque, se la riappriopriiazione parte indubbiam e nte per Marx da un movimento di presa di coscienza del contenuto universal.!. e della separazio[lle da esso, li.I partito non potrà essere che depositario di tale anticipo di coscienza. Di fronte al mo·Jimento soggettivo sostanzialmente indeducibile, ,e abbandonato al momento della prassi, ,sta la legalità del capitalismo. Dedurne l'autodistruzione è per Marx e sarà per Rosa Luxemburg il problema scientificamente più inter,essante, oltre che l'unico a garantire la possibilità del movimento soggettivo. Ma anche questo lato oggettivo tende a mettere la sordina ai problemi politico-amministrativi, seguendo ,se vogliamo ,anche il suggerimento che esce dalle pagine della Ricchezza delle nazioni smithiana, l'aspetto paras sitario storicamente, e logicamente residuale della sfera politica; nonché le tesi alla Humboldt dello Stato sem plice guardiano notturno. D'altra parte il predominio dell'economico è · in realtà riservato in tale f.i.losofia della storia esclusivamente al . 55
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