Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978

spostandolo appuD!to in una posizione intermedia, quasi ,di grande strumento di divulgazione. '11 marxismo classico non si pone dal punto di vista dell'intellettuale organico, cioè condizionato e diremo �< fa situazione», quanto dal punto di v1sta dell'intel­ lettuale demiurgo, l'intellettuale dell'Aufkliirug piuttosto che della propaganda, che agisce sui pareitiani «residui». Anche il Marx quarantottesco della rivoluzione per­ manente, pure agendo indirettamente premendo sulle CQ[ltraddizioni della rivoluzione borghese piuttosto che attraverso l'azione lenta di educazione, non si poneva problemi particolari di rapporto tra teoria e prassi, ma concludeva alla , semplice strumentale questione cli adeguazione della seconda alla pdma, alla conoscenza vem. Quando Lukacs a .suo tempo porrà jJ priohlema del Joro rapporto e della loro unità dialettica, ciò indicherà che tale rapporto è in crisi, si è fatto problematico, e il marxismo classico è morto. Quando si porrà tale nuo­ va impostazione il concetto marxiano di ideologia si rifletterà sul marxismo stesso. E questo coinciderà con la compiuta istituzionalizzazione dei partiti operai, il lo­ rro porsi storico rtra la teoria e il movimento come dei filtri, attraverso i quali la :riealtà verrà poi vista « come attraverso uno specchio, os·ouramente», per rioordare la nota ·espressione paolina; e non più sarà vero che «le nostre produzioni sarebbero altrettanti specchi nei quali si .rifletterebbe luminosamente il nostro essere », come scriiveva il giovane Marx ,riferiendosi al mondo futuro (Fetscher, 1, p. 78). iJl concetto di marxismo classico si pone quindi in antitesi con quello di marxismo ortodosso, perché frutto di una storicizzazione del marxismo, che non scambia la sua fertilità -sia politica che culturale per una conti­ nuità sistematica. Del riesio una pretesa a tale continuità è stata avanzata dal marxismo occidentale i solo nella forma deguisée di una ortodossia puramente metodolo- 44