Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978
tano a un dispotismo odioso nella maniera più meschi na, trasformano il periodo della sua vita in tempo di lavoro, gli gettano moglie e figli sotto la ruota di Ju gernaut · del capitale» 65 • La previsione che dall'« elemento fomminile e infan tile dalle membra più duttili e malleabili» sorga un nuovo soggetto, che è l'« operaio combinato con indi vidui d'ambo i sessi e delle età più differenti» perde la sua colorazione mitica dal momento che è su un « fon damento economico» che si creano i presupposti per « una forma superiore della famiglia , e del rapporto tra i due sessi». Tale fondamento risiede nella nozione stessa di forza-lavoro che, per non avere niente a che fare con il lavoro e la sua etica, abita la separazione, situandosi nell'« intervallo» tra i movimenti « senza mi sura» della merce e del denaro, e assume, nella forma dell'elenco la funzione del fattore letale. A differenza del lavoro, che è « attività diretta alla meta», la forza lavoro si definisce a sua volta come « dispendio di oer v,ello, muscoli, nervi umani, ecc.» 66 e stabilisoe, in que sta forma slabbrata dell'denco, una misura. Dal mo mento che il capitale, pur nella sua f:rienesia di accu mulazione manca di oggetto in quanto, come precisa Marx, « non è una cosa ma una relazione», non resta al soggetto che ne dipende che un'alternativa: o farsi esso stesso la cosa del capitale, eventualmente nella fattispecie dell'addetto alle « human relations» o ritro vare nella torsione che lo riconduce al suo manque, al suo punto di eclissi, quel qualcosa che non va .senza inconveniente dato che « ce que le sujet retrouve, ce n'est pas ce qui anime son mouvement de retrouvail1e» 67 • Forse ni,ente di simile al « socialismo realizzato», se è vero che dal ve! dell'alienazione .« il n'y a qu'une issue - la voie du désir» 68 • Sergio Pinzi 37
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