Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978

semplice circolazione delle merci trova la sua elucida­ zione nell'antinomia dello sguardo e della visione e nel registro, fondamentale in Freud, dell'oggetto perduto. Vi è una schize, come mostra Lacan, tra lo sguardo e La v , isione, « j,e ne . vois que d'un point, mais dans mon existence je suis regardé de partout » 25 • le vois, e non posso che vedere, scambio tra equivalenti, leggi di mer­ cato, liberté-égalité-et-fraternité, dal punto di incrocio del chiasmo, adesso o poi: il campo della coscienza coincide col campo della visione e preclude l'accesso, al di là dell'apparenza, alla castrazione come mancanza­ a-essere. ça montre delle merci e je vois della coscien­ za si oppongono come il sogno e la veglia. Nel sogno noi siamo nella posizione di chi non si vede affatto. Possiamo dirci « tutto questo non è che un sogno », ma non saperci come coscienza di questo sogno. Così il lavoratore alimenta il processo di produzione ma non lo sa, non può comp.rendersi come produttore di valore. L'elisione dello sguardo è anche caduta del soggetto per il quale ciò che guarda non è mai ciò che vuole vederie. Solo qui, in questa « structure returnée du re­ gard » 26 per la quale 'Ciò da cui il soggetto si è sepa­ rnto non è più niente, e la stessa caduta del soggetto resta inavvertita, ridotta a zero, e non nella prospettiva di un'illusoria riappropriazione, si colloca giustamente il feticismo del mondo delle merci. Mentre qualcosa si dà a vedere, la vetrina delle merci, qualcosa che sembra preesistere al fatto che ci sia qual­ cuno che guarda, ,e qualcos'altro si rende invisibile, l'o­ peraio come produttore di plusvalore, attorno a questa assenza si costituisce un movimento che al beschaut werden sostituisce il beschaut machen: z, da una parte fa merce di Ricardo esce dal confino nell'economia clas­ sica dell'ontologia del donné-à-voir, per assumere nel testo di Marx con la nozione di merce forza-lavoro il « carattere particolare » di essere ella stessa, nel suo 2G