Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978
is Ibid., p. 35. 26 Ibid., p. 24. ZT Celeste, ovviamente, come indica in t, la grafia della lo cuzione avverbiale al di là, resa, per una costante operazione di sutura dei significanti, tale da provocare - in barba a qualsiasi dizionario - l'apparizione di un significato abusivo, con aldilà (cfr. Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana; l'altro mondo, l'oltretomba, la vita ultraten-ena, ecc.), sia che si tratti del l' « aldilà di tutte le significazioni» t(p. 37), che dell' « Aldilà del principio di piacere» (p. 41). 28 Riassunto nell'opera di .F. , Fornari, Psicoanalisi e ricerca letteraria (Milano 1974) dall'opposizione Natura/Cultura. Alla for mulazione lacaniana « s . econdo la quale l'inconscio si struttura come un linguaggio» (p. 304), l'autore contrappone infatti « l'ipo tesi dell'esistenza di un transfert fondamentale delle strutture affettive primarie dell'uomo nelle strutture grammaticali e sin tattiche del linguaggio.» (p. 325). 29 Raccolto nel volume Il bambino dalle uova d'oro, Milano 1974. 3 0 Ibid., p. 232. 3 1 Ciò implica tuttavia ·un processo virtualmente infinito che, nel caso dell'analisi di un testo letterario, quale che ne sia la lunghezza, incontra un limite obiettivo nella « chiusura» del te sto stesso. Una volta ribaltato il ragionamento lacaniano, la postulazione della « femminilità» del ministro, sulla base di dati generici quali I'« apparenza di mollezza», « gli strumenti musicali sparsi sul tavolo», ecc., non trova infatti più alcuna conferma se non rinviando, oltre il testo, ad una ipotetica quanto inverificabile « organizzazione individuale» preesistente. Procedimento assai dubbio qualora si consideri che non è in gioco qui il rapporto dell'opera all'autore nel senso della psi coanalisi esistenziale, ma la possibilità stessa di trattare il testo come un paziente in carne ed ossa. Come fa osservare S. Felman, « s'installer dans le confort de cette certitude c'est, précisément, rester en dehors, ,passer à còté du texte. La difficulté est, dans l'écriture, une exigence de lecture. Toute lecture partant du hors texte, briìlant les étapes du mystère, nous parait en effet sujette à caution: donnant d'emblée la réponse, elle néglige et ignore la question. Et la question est de taille: celle de la fermeture. Pour comprendre qu'une porte est fermée, la clé est-elle vrai ment nécessaire? » (La « Folie » dans l'oeuvre romanesque de Stendhal, Parigi 1971, p. 127). 158
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