Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978

reale non-isomorfismo esistente tra ,irrlglese e francese, l' « errore» . di t1 consiste, per una sostituzione di signi­ ficanti operata all'interno della langue source (e impu­ tabile, in conformità al racconto, all'inefficacia della censura poliziesca) 22 nella sostituzione di un « signifi- cato» ad un significante. Non stupisce dunque che, come vuole la fen1ea legge della Lettera, il discorso torni '1à donde non è mai par­ tito: alla Regina. Unica depositaria del dessous, l'onesta Dama non solo lo mostra, ma lo fa in modo così ma­ dornale da destare il sospetto che, in definitiva, sotto non ci sia nulla 23 • Ma qualora si escluda l'ipotesi di una conduite d'échec della Regina per interposto ti, e se 1a teoria che il particolare statuto della lettera fonda ed illustra si trova confermata proprio dalla sua negazione, è le­ cito domandarsi, abbandonando provvisoriamente l'as­ sunto che della Lettera fa un puro significante, quale ne sia in ultima istanza lo ·spirito. Meno cieco del Reale coniuge ,e forte dell'esempio di Dupin, cui il ministro, a Vienna, aveva giocato « un brutto scherzo» 2 4 , Lacan introduce, verso la fine del Séminaire, un indizio in grado di offrire a questo problema un abbozzo di soluzione. In che consisteva l'incidente viennese? Poe tace, ma Lacan suggerisce che esso sia avvenuto « al Congresso» 25 • Se a ciò si aggiunge che, sebbene « la storia ci [lasci] ignorare pressappoco tutto del mittente non meno che del contenuto della lettera (...), il suo sigillo originale è quello del duca di S.» 26 , autore e tenore del messaggio divengono age­ volmente riconoscibili: per un sintomatico fenomeno di isteresi, la tra-duzione, scavalcando i significanti ori­ ginari, scopre i tratti del sostanzialismo freudiano tra­ dizionale e si risolve, malgrado la fedeltà professata al Nome-del-Padre e al suo ubi consistam 27 , in un banale caso di ritorno del rimosso. 153

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