Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978
di superlativo assoluto nell'ordine piramidale del feu dalesimo, Lear sente il bisogno (e lo dice in maniera esplicita: si noti l'articolazione logica « Sinoe now... Which of you...») di una competizione come scala di comparativi per procurarsi la garanzia di un assoluto, sul piano dell'affetto e del ruolo paterno, in cui possa rispecchiarsi e conservare quell'assoluta preminenza se gnica sul piano del potere che si appresta a rimettere. Tenta dunque un'operazione impossibHe, quella di omo logar,e un sistema gerarchico, differenziale, con un si stema non gerarchico, non differenziale, quale è quello dell'affetto. Tale omologazione non può portare che alla finizione dell'affetto, al suo snaturamento, perché il più d'affetto non potrà non coincidere con un più di discriminazione, e di odio, di ogni concorrente per le altre. Il segno richiesto non potrà essere che una menzogna, un simulacro: l'unica alternativa è il rifiuto del segno (e sarà la risposta di Cordelia). Così faoendo, Lea, otterrà soltanto la mercificazione dell'affetto e, di rimbalzo, un'immagine falsa di sé, un simulacro di preminenna destinato a sgretolarsi nel l'esperienza della propria nullificazione segnica. Gonerill e Regan &tanno al gioco folle e fingono di omologare un sistema con l'altro tramite una iper bolica scalata di comparativi che sono intesi alla fitti zia conferma del superlativo (padre, re, semidio). Si veda la risposta di Gonerill: 55-61 Sir, I love you more than word can wield the matter, Dearer thàn eyesight, space, and liberty, Beyond what can be valued rich or rare, No less th.an life, with grace, health, beauty, honour, As much as child e'er .loved or father found; A love that makes breath poor and speech unable; Beyond ali manner of 'so much' I love you. A questo punto, in un « a parte», Cordelia già opta 137
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