Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978
muta, nella competizione, o che si nasconde. Secondo Freud, si tratta di uno schema narrativo archetipico con cui la fantasia dell'uomo si è difesa dalla inelutta bilità della morte tramite una •«conv,ersione nell'op posto»: se la prescelta fra le tre è la Morte (cfr. il mo tivo, simbolico della morte, del mutismo o del nascon dersi), essa viene convertita nella fanciulla o nella dea dell'amore; e se l'uomo è costretto a subìre la morte, ·Se ne emancipa imm:iginativamente convertendo il desti no in libera scelta. Nel dramma shekespeariano, le tre donne sono figlie perché il re è un uomo di età avanzata, alle soglie della morte Detto questo, bisogna precisare che Freud non entra nel merito dell'«errore» di Lear che non .sa effettuare la scelta e che troverà solo alla fane 1a sua mèta tragica portando :in scena Ja morta Cordelia. Dopo aver sdipanato il modello miticerantropologico psicoanalitico, Freud si ferma. Non stava a lui investi gare la grammatica, la retorica e l'epistemologia della scena drammatica. Tale indagine cercheremo di avviarla qui. Ripartiamo dal fatto che Shakespeare, data l'assun zione di un modello «obbligato», non poteva apportarvi modificazioni narrative sostanziali. L'unica modifica (e non .sua, come diremo subito) nello schema-base non è, ancora una volta, che una �< conversione nell'opposto»: perché si dia tragedia, Lear deve sbagliare nella scelta. Si tratta di un errore non solo generativo ,di tutte le sus seguenti peripezie, ma esemplare dentro il modello di una cultura. Lo schema di tale errore, infatti, gli risul tò anch',esso «obbligato», perché gli fu trasmesso dalle fonti a cui attinse, Le cronache di Holinshed e un vec chio dramma anonimo The True Chronicle History of King Leir, opere in cui affiorava la solita allegoria delle nefaste conseguenze derivanti dalla spartizione di un regno (cfr. Gorboduc. una delle prime e più influenti tragedie elisabettiane, esplicitamente basata su tale as- 132
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