Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978
base dello sviluppo selvaggio capitalista e affacoiarndo 1a ,società borghese sui muovi abissi della crisi intesa in senso 1moderno. ; Fenomeno assolutamente inedito nel quadro classico delle antiche cris , i da carestia o da pestilenzia. Cogliere l'attimo di questa inv,ersione di tendenza ed agire prontamente ,su ,di essa sembrò ,allo stalinismo il grand jour del colpo alla nuca per il capi tale. Peccato che l'arma fosse iinceppata all'insaputa dei quadri che J'impugnavano. I continui rpiani di av venturose invasioni dell'occidente che storici .d'assalto e revisionisti ogni tanto ·« scoprono » negli archivi dello stalinismo non fanno ,altro che confortar-e questa tesi a dispetto del sensazionismo dispotico che vorrebbero .denunciare. Il ,sedicente tratto complotJtardo che definisce l'a spetto visibile dello stalinismo introduce un altro di scorso ancora che qui lasciamo cadere: che lo sforzo minimo da compiere nell'analizzare questo fenomeno è quello che esordisce scorporando la questione dello stalinismo dalla questione . della difesa dell'Unione So vietica come naziione pilota sulla strada del ,socialismo. �La tmgedia ungherese è diventata una questione po litica ,so1o perché è stata una questione amministrativa, l'ordine della storia le era profondamente avverso, per questo su di essa pesa l'ombra .del principe di Dani marca). , In questi termini l' affaire stalinista diventa dottrina e terreno di disoussione, ilo diventa prima di trasformarsi in ideologia e . campo di scontro fra fa zioni giacobine, nelh misura, per esempio, che fa dire allo Chatelet parlando ,di storia, ma , riferendosi alle cronache dell'anno venti, che essa '« è impietosa, anche quando ·va nel1a direzione giusta, ,ed è difficile calcolare i suoi colpi e i ,suoi costi». A differenza di quanto sc�ive lo Chatelet, vale la pena ,di annotaJ:1e che 1a sto da è �mpietosa solo quando marcia ne1la giusta dire- 105
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