Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
il suo linguaggio connota una situazione che diviene al plurale. C'è chi ha tentato, non senza sfarzo, di ridurre il testo (« Araiby ») 11 a un sistema espressivo biunivoco (allegorico). La ricerca frustrata dell'oggetto del desi derio, in questa prospettiva, non sarebbe che la ricerca vana del Verbo incarnato dalla chiesa d'Irlanda. Ma le funzioni ,(cambiamenti di situazione) non sono legate da un continuum di effetti e di cause, il tempo semiotico produce l'immagine di un'architettura di fram menti disgiunti. Alla deriva dell'epifania del non finito, con preva lente funzione poetica, l'incompletezza del codice erme neutico immanente {troviamo solo i mo:rifemi-ermeneu temi della tematizzazione, della promessa-richiesta di ri sposta, dell'esca) rende la fedeltà possibile relativamente a una lettura monca. Si prevede la rilettura indefinita, la riscrittura men tale. Come il personaggio non si presenta da sé, così il testo monco continua altrove, dopo i termini concessi nell'ordine reale e storico. La lettura viene recuperata nell'area della contraddi zione non interiorizzata, la follìa della lettura si espone come centro fantasmatico della pratica della scrittura. Tomaso Kemeny 1 Cfr. « The Sisters » in Dubliners, Penguin Modern Classics, 1973, pag. 7. « Paralysis...gnomon...simony »; di seguito, tre volte, lo scollamento del significante, nel contesto, favorisce la sedu zione grafica, l'iiterazione della lettura (,lettera?) silenziosa (an che se l'ombra del suono preme sulla catena significante). Una « mancanza » connotata tre volte, risulta nella lettura, la prima, disorientata; riferita, gerarchicamente, nell'orientamento verti cale-cataforico, aHe condizioni biologiche, intellettuali ed etiche 99
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy