Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

l'uomo di immaginarsi Dio e il « liberatore» ,dal « male» (che il significante scava nel significato). Si virgolet­ tano i termini del discorso mitico 6 • La lessematizzazione dell'orrido segreto della trascen­ denza iscrive nella tradizione la nostalgia dei limiti. E' il testo inteso come fondamento della verità che produce (come tutti i testi diversamente sacralizzati) una proliferazione di letture/riscritture. La contraddi� zione viene anche diacronicamente inglobata nel discorso ohe espunge paradossalmente l'Altro. Attraverso la nuova fortuna culturale dell'eresia si passa datl'infinito limitato e simbolico all' ep ifania del finito illimitato. iLo spaesamento esercitato dallo sve­ lamento rende pelìfino insta:bile la disgiunzione, il con­ fine tra l'ortodossìa e eresìa. Enrico VIII, qualche anno dopo la morte di William Tyndale, si ritrova sulle sue stesse posizioni. ,L'illimitata attesa, nella lettura, dello svelamento decisivo, innerva la narrativa secondo lo sperpero di codici ermeneutici immanenti. In piena rivoluzione industriale, nell'Inghilterra vit­ toriana, {simony) nell'ortodossìa praticata ma non scritta del compromesso noto tra l'affermazione del mercato libero e i valori etico-religiosi (esiste anche una etica laica), il denaro diviene segno della grazia, le condizioni del proletariato vengono, nel sermo quotidianus, moti­ vate dal 1 « male», inteso come peccato 7 • '11 vizio dell'indigenza e della sporcizia (che non con­ notava condizioni solo igienico-estetiche, ma anche mo­ rali) veniva attraversato dai falò letterari del notturno fantastico: La sporcizia detlo sfruttamento racchiuso nel grembo della legge non scritta ma letta ,per le strade, nei work­ houses 8 , non si disgiungeva più dalla vergine persegui­ tata che si vampirizza. Il compromesso si svelava nel recupero del « bene» 96

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